Il silenzio e la clemenza della Corte
Strano il silenzio intorno alla Procura della Repubblica di Terni. Eppure questa è una regione che dichiara, dichiara, dichiara, dichiara sempre, comunque su tutto: sulle sagre come sui grandi eventi, sulle eccellenze sanitarie (?) come sulle eccellenze enograstonomiche, sul calcio che non trova padrone come sugli imprenditori che battono cassa per rilanciarsi,sul marketing territoriale acchiappaturisti come sulle multinazionali che se ne vanno. Come è legittimo che sia, pur rivelatore di un’indefinita patologia comunicativa quando vien meno il costrutto. Figuriamoci che è d’uso corrente scodellare una conferenza stampa dietro l’altra fossanche soltanto per annunciare la conferenza stampa successiva. Figuriamoci che si fanno anche convegni per presentare il convegno che verrà. Legittimo per l’amordiddio , ma sintomo della stessa indefinita patologia comunicativa quando l’utilità è quella di una bacheca.
E sulla giustizia? A beh anche sulla giustizia si dichiara. Ma con moderazione, con distacco, di quando in quando, di tanto in tanto, non si sa mai. ”Fiducia nella giustizia però…” quando c’è un’inchiesta che increspa il quieto vivere.”Giustizia lumaca…”, “giustizia ingiusta..”, “giustizia a senso unico perché….”giustizia di parte, ecchecazzo….”,a seconda dei casi. E, ci mancherebbe, il lodo Alfano, la legge bavaglio,le intercettazioni telefoniche,il lavoro di quei rompicoglioni dei giornalisti che pubblicano gli atti (quelli del malaffare sistemico e della criminalità organizzata ovviamente, perché chissenefrega della trattazione del resto) e adesso,forse,non pubblicheranno più un cazzo, così vanno a farsi fottere fino all’udienza preliminare, il Csm ,le carriere separate e tutti gli altri spicchi di una calda questione nazionale, che da una parte o dall’altra porta voti. L’Umbria è l’Italia e almeno con le dichiarazioni si tiene il passo. Da queste parti si dichiara meno, molto meno se c’è da dire qualcosa su strutture, mezzi e organici della giustizia. Come se strutture,mezzi e organizzi non l’azzoppassero. Prendiamo a coso la Procura della Repubblica di Terni. Il capo dell’Ufficio ,Fausto Cardella dice grossomodo da un anno in qua: guardate che io e due soli sostituti e con il personale amministrativo sotto del 40 per cento non ce la facciamo. Il nostro è l’organico (si fa per dire) più malmesso d’Italia,fate qualcosa e alla svelta voi della politica e del ministero. Noi la nostra parte la facciamo,ognuno di noi chiude 3000 fascicoli ogni dodici mesi. Per andare oltre ci vorrebbe Mandrake o Goldrake. O,guardate bene,non lo dico per noi,lo dico per i cittadini ai quale la giustizia deve rendere un servizio certo.
I dichiaranti su tutto e di più, sarà per la crisi alla Merloni e alla Basell, per il nuovo governo regionale che è in rodaggio,per Umbria Jazz che è a New York,o per qualcosa d’altro che sicuramente è emergenza o priorità, nulla hanno da dichiarare sull’avamposto ternano che viene svoltato dalle parti della fondamenta. Come dire: traballa. Eppure sono persone informate dei fatti.
Divertente, se non fosse seria e amara, una recente intervista del Procuratore Capo:<< sono grato alla stampa per l’attenzione riservata ai problemi del mio ufficio. Ma questi appelli frequenti quanto inascoltati,rischiano di risultare soltanto stucchevoli. Non ho ragioni per essere ottimista>>. Se fosse un capo d’imputazione,alla difesa non resterebbe che appellarsi alla clemenza della corte.