Un buco di consapevolezza
E’ questione speculare se non c’è la nebbia ad appannare lo specchio. In condizione normali il giornalismo, se non si trucca delle possibili e sempre meno rare deviazioni dalla sua essenza di servizio pubblico, e si guarda allo specchio dovrebbe, insieme alla sua, vedere riflessa l’immagine di un cittadino. Un cittadino esigente che lo interroga , anzi gli chiede di saldare il conto, di dargli quello che gli spetta :un’informazione corretta,non condizionata, professionalmente valida perché lui ha il diritto alla consapevolezza e il giornalista ha il dovere di fare la sua parte fino in fondo per dargliela questa consapevolezza del mondo che gira intorno. Il cittadino vuole farsi un’dea:è consumatore,l lettore, telespettatore, elettore.Non vuole mezze verità. Vuole che, dove non ci può essere lui a controllare che cosa decidono per lui i poteri che legittimamente articolano la sua esistenza, ci sia almeno un giornalista, perchè il giornalista deve stare lì per suo conto, per mandato immanente. Se il giornalista non sta lì, allora non c’è giornalismo ed è inutile menare il can per l’aia. Vuole la verità possibile che si può raccontare con onestà anche se filtrata da diverse sensibilità e diverse opinioni. Lui poi si farà le sue. La democrazia funziona così. E’ per questo che se un giornalista, per legge, ad un certo punto è costretto a non sapere, a conoscere in ritardo sullo svolgimento dei fatti, ad autocensurarsi, a limitare il suo racconto, il primo a subire un torto e una privazione è proprio il cittadino. Per questo la rivolta di questi giorni contro la cosiddetta “ legge bavaglio” non deve essere dei giornalisti,deve essere di tutti i cittadini. Altrimenti fallisce. Altrimenti c’è un’altra sconfitta alle prerogative del giornalismo italiano che già di prerogative ne ha cedute parecchie anche per colpe proprie quando deborda dal suo ruolo e dai suoi compiti. Protestare non è rivoluzionario. E’ semplicemente dire: non cancellate il Dna di una professione,non non tagliate anche sull’informazione che questo non risana il bilancio dello Stato. Per memoria, ricordiamoci dell’articolo numero 10 della Convenzione Europea dei Diritti Umani:” Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza ingerenza alcuna da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera. Il presente articolo noti impedisce che gli Stati sottopongano a un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, di cinema o di televisione. 2. L’esercizio di queste libertà, comportando doveri e responsabilità, può essere sottoposto a determinate formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni previste dalla legge e costituenti misure necessarie in una società democratica, per la sicurezza nazionale, l’integrità territoriale o l’ordine pubblico, la prevenzione dei reati, la protezione della salute e della morale, la protezione della reputazione o dei diritti altrui, o per impedire la divulgazione di informazioni confidenziali o per garantire l’autorità e la imparzialità del potere giudiziario” Per memoria ricordiamoci dell’articolo 21 della Costituzione Italiana.” Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto.La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni”.