L’ Umbria attraverso la cronaca
Raccontare di un delitto, di un morto di lavoro, di una prostituta sciolta nell’acido, di bambini presi e ammazzati per una proiezione mentale, di un piccolo ostaggio tenuto per mesi nel buco nero di una montagna è anche raccontare il contesto in cui tutto questo avviene. O, meglio: se uno racconta i protagonisti, vittime e carnefici, gli investigatori e i cittadini alla finestra, i fenomeni che di fronte ai fatti si sviluppano nelle viscere della collettività , le rappresentazioni pubbliche che questi producono , racconta i contorcimenti e le reazioni della società di fronte ai fatti. E’ per questo che la cronaca nera e giudiziaria valgono quanto un sondaggio demoscopico sull’economia o sulla politica, uno studio di mercato,una speculazione su quello che è potrebbe e vorrebbe essere un paese. Fare cronaca non è spiare dal buco della serratura, sparare piombo sulle disgrazie degli altri ( che poi sono di tutti), gossippare , deflorare privacy, sadismo narrativo.