L’Umbria piace alla mafia multietinica
La ‘ndrangheta lavora sul doppio binario del riciclaggio di capitali sporchi e del controllo di fette del mercato della droga spartito e del traffico degli esseri umani o condiviso con le mafie est-europee e nord africane. La camorra , meno forte di un tempo,trova spazi nel commercio, nell’edilizia, nell’immobiliare evitando di andare in rotta di collisione con la ‘ndragheta che spadroneggia negli stessi comparti. Stringono patti se il business e comune e se ce n’è per tutti. La mafia di tradizione siciliana controlla e investe gli ingenti flussi di denaro di cui dispone dirottandoli sull’Umbria già coperti dal vestito della rispettabilità. Si fa avanti la criminalità organizzata cinese che oltre a creare insediamenti propri punta al controllo delle attività economiche impiantate da tanti connazionali onesti arrivati da tempo a svolgere un prezioso ruolo di piccoli imprenditori seppur molto chiusi nel loro particolarismo. Lo rileva l’ultimo rapporto dei Servizi Segreti (Dis, Dipartimento per l’Informazione e la Sicurezza) sull’espansione delle mafie,ormai multietniche, che secondo gli 007 italiano hanno spostato proprio nelle regioni del centro-nord la loro attenzione più interessata e vigile. Il rapporto nella sostanza dice inoltre che le cosche storiche rafforzano il loro profilo finanziario, grazie anche a crescenti infiltrazioni negli appalti pubblici.I boss in carcere hanno sempre più’ potere e da lì’ possono orientare e condizionare le scelte dei referenti territoriali. La malavita straniera e’ divenuta una realtà in cerca di piena autonomia e questa ricerca ne ha fatto<< una delle minacce più’ insidiose dello scenario italiano>>. Per effetto dei colpi inflitti alla criminalità organizzata, il profilo militare si sta indebolendo. Il carcere , è scritto nel rapporto, di conseguenza ,e’ il punto di riferimento per molti boss. Non solo per impartire direttive, ma anche per stabilire canali di contatto con altri gruppi, stringere accordi operativi e confrontarsi su temi anche politici come il 41 bis. E se per Cosa Nostra i servizi ventilano il rischio di un inasprimento delle tensioni tra le varie cosche a causa dell’aggressività dei leader emergenti, la ‘ndrangheta resta l’organizzazione più’ temibile. Una forza dovuta soprattutto alla convivenza con gli ambienti imprenditoriali e le infiltrazioni negli appalti pubblici: dal comparto sanitario a quello turistico, passando per l’agro-alimentare, ambiente, energia, grandi opere. Collaboratori di giustizia e delazioni di altra natura << talvolta celano l’intento di disinformare per innescare o acuire a competizione fra i clan>>.”, E potrebbero riavviare al più’ presto il processo, interrotto da recenti indagini, di <<verticalizzazione>>'”. Una nuova forma in grado contemperare la tradizionale autonomia delle singole ‘ndrine con l’esigenza di un coordinamento delle varie attività come le infiltrazioni nell’economia legale o la suddivisione dei proventi. Continua a declinare, invece, la <<stella>> dei casalesi: privo dei capi storici e colpito da una serie di operazioni ravvicinate negli ultimi tempi, soprattutto sul fronte economico, il cartello e’ definito “ostaggio” di nuove aggressive leadership in grado di mantenere gli affiliati e le famiglie dei detenuti grazie a un’ampia disponibilità’ economica In assenza di un gruppo egemone, pero’, il trend e’ quello di una concorrenza sempre più’ agguerrita fra i gruppi un tempo satelliti che sono riusciti a radicarsi sul territorio. Con una conseguente moltiplicazione dei focolai di tensione per occupare i vuoti di potere. Si mostra invece sempre più’ autonoma e competitiva la criminalità’ straniera. Anche, segnalano i servizi, per la scelta di ricorrere alle gang giovanili per condizionare la “concorrenza”. Come hanno fatto la malavita cinese e quella sudamericana. Attiva, quest’ultima, <<soprattutto in Lombardia, Liguria e perfino nell’insospettabile Umbria>>.