I talk show dopo venti anni scoprono Chi l’ha visto ?
Alla buonora. Alla buonora si sono accorti, quelli dei salotti televisivi più blasonati, che dentro il corpaccione della Rai ci sono professionalità e specializzazioni, che hanno esperienza e cognizione di causa, che non parlano per impressioni, cultura generale o per conoscenza indiretta se per non sentito dire. Se ne sono accorti dopo aver cercato altrove, nei giornali,nei periodici, nelle agenzie,tra gli scrittori,tra gli esperti di tutto,tra gli esperti di settore, perfino nel mondo dello spettacolo che chissà come c’entra, montando spesso dei cast di anime belle e telegeniche. In tante situazioni buone più per tenere alto l’ascolto, che per dare informazioni le più vicine alla concretezza possibile in quel dato momento storico. Se ne sono accorti e hanno capito che avevano a portata di mano facce e competenze diverse da quelle dei soliti noti, quelli che imperversano da almeno un ventennio con la loro scienza e con sguardo ormai avvezzo a fronteggaire per il verso giusto una telecamera. E la scoperta ha prodotto una sinergia inededita (quantomeno poco praticata) tra generi: l’intrattenimento si aliment a di televisione di servizio. Che vuol dire ? Bisogna aspettare. Potrebbe venirne fuori un miglioramento in generale della televisione delle parole se questa sinergia si ripeterà in altre situazioni di pubblica utilità.Meglio:di maggiore pubblica utilità.Vedremo. Se ne sono accorti quando- nonostante gli innesti esterni rispettabilissimi e in molte circostanze è stato un valore aggiunto quello che gli innesti da valore aggiunto (?)- si sono resi conto che giravano più a vuoto che con costrutto – intorno a due fatti sui quali quelle facce e quelle competenze fino ad allora ignorate, al contrario marciavano più speditamente. Ed è scomparsa all’improvviso quella puzza sotto il naso che a molti faceva comparire il solo evocare il nome della trasmissione di provenienza e cioè <<Chi l’ha visto?>>.Trasmissione di pochi mezzi,con i suoi difetti,le sue scivolate,ma niente spettacolo, e tanto stare sui fatti e sui protagonisti. Esserci. Entrare in consonanza con i personaggi reali che si muovono sulla scena reale ( e non ricostruita).Stare da una parte ,quella della vittime. E sentire questo starci un dovere. Una << vocazione >> particolare che altre trasmissioni non hanno , non per colpa,ma per diversità di genere. Un Dna televisivo che si è formato negli anni. Il Dna è unico e in questo caso ha fatto la differenza. I due fatti che hanno fatto girare la ruota della scelta degli ospiti anche dalla parte di <<Chi l’ha visto>> sono l’omicidio di Sara Scazzi e di Yara Gambirasio.Ospiti che- a quanto par di vedere- hanno di che arricchire il flusso delle informazioni verso gli ascoltatori. E ci sono segnali che gli stessi programmi di grande ascolto stiano addirittura scoprendo che da una presenza capillare sul territorio cone quella che hanno i telegiornali egionali,la Tgr, si possono aspettare contributi sostanziasi alla qualità dei segmenti giornalistici della televisione generalista che sconfina sempre più nella cronaca e nel fare questo avrà pure le sue buone ragioni.Ma questo è un altro discorso.Un discorso che qui non interessa. Una trasmissione di/da servizio pubblico è concretamente tale quando fornisce servizi reali al cittadino-utente che gli devono essere resi per dovere/diritto se non altro perché paga un canone imposto dalla Stato. <<Chi l’ha visto ?>> è una trasmissione di questo tipo con una mission unica e particolare:aiutare attraverso gli strumenti del giornalismo e della televisione coloro che hanno problemi particolari (ma dietro questi problemi ci sono sempre storie che hanno valori/disvalori di portata generale) senza preoccupazioni di audience e di share, il gatto e la volpe, della caccia alle inserzioni pubblicitarie pur utili e necessarie. Questi problemi/domande che il cittadino rivolge al servizio pubblico radio televisivo possono riguardare un congiunto che si è perso (senza mistero), un congiunto che è scomparso (con qualche mistero), un congiunto vittima di reati (dal sequestro di persona all’omicidio, dalle più feroci forme di violenza all’occultamento di cadavere) commessi di recente come in un passato che può anche essere lontanissimo e le cui relative inchieste sono ferme,bloccate o dimenticate. Per dare risposte a problemi/domande di questo genere servono passione,professionalità specializzazione e niente spettacolarizzazione ( o comunque al minimo il livello il fisiologico che il mezzo usato si tira dietro per sua natura) , poche iperboli salottiere proprie dei talk-show, ma un duro lavoro sui fatti, sui testimoni, sulle fonti ufficiali e soprattutto sulla collaborazione delle famiglie che domandano verità, o meglio giustizia. Esserci anche quando l’interesse(e l’ audience ) scema e va giù di share. Esserci per battere e ribattere sulle ragioni delle vittime. E’ questo il Dna che ha portato la trasmissione a dare nuovo vigore alle indagini su Emanuela Orlandi e sulle commistioni eventuali tra Banda della Magliana e traffici Vaticani, a quelle bloccate dell’omicidio di Elisa Claps nella chiesa di Potenza , a quella della scomparsa di Sonia Marra a Perugia e tanti altri misteriosi accadimenti, dimenticati o messi da parte e quindi irrisolti. Fino ad Avetrana e Brembate. E’ a questo punto che quelli che sono considerati la crema dei talk si sono accorti di <<Chi l’Ha visto?>> e hanno capito che lì dentro c’era un piccolo tesoro di buon giornalismo da servizio pubblico. Ed ecco le citazioni nei telegiornali diversi dal Tg3, sui programmi delle reti diverse da Rai Tre. Alla buonora.La prima puntata di <<Chi l’ha visto?>> è andata in onda nel 1989. Negli anni i conduttori sono stati Donatella Raffai,Luigi Di Majo, Giovanna Milella, Marcella De Palma, Daniela Poggi, Federica Sciarelli che ora firma il programma con Giuseppe Rinaldi. Ferderica Sciarelli dal 2004 ha immesso una vitale dose di giornalismo d’inchiesta sui cosiddetti coldcase.