Quando le armi passano per l’Umbria e diventano palazzi
Il percorso delle armi –una partita di 500.000 mitragliatori e 10 milioni di munizioni per 64 milioni di dollari- prevedeva partenza da Russia e Cina e arrivo in Libia. Il percorso dei soldi,molto più breve,ha visto invece lo stoccaggio in alcune società di comodo Maltesi.Scatole vuote,ma scatole utili per travasi da un conto corrente all’altro. La destinazione infatti era almeno un conto corrente riconducibile a uno dei quattro italiani arrestati dai carabinieri di Terni nell’ottobre del 2003. Indagini coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Perugia, pubblico Ministero Dario Razzi. Un traffico internazionale di armi-facilitato dalla corruzione di alcuni dirigenti del ministero della difesa libico- scoperto per caso con il sequestro di undici chili di droga,sempre a Terni dove aveva la residenza uno dei pezzi più grossi dei diciotto indagati. L’affare non andò in porto,gli investigatori lo bloccarono all’invio dei campioni- ma girarono lo stesso tangenti e provvigioni. Un milione e 500 mila euro- provenienti da questa operazione-sono stati ritrovati-dopo otto anni- dalla guardia di finanza in provincia di Lucca.Li avrebbe investiti in immobili,attività commerciali,e terreni,la moglie di uno degli uomini d’oro scoperti dalla magistratura di Perugia a suo tempo condannato a quattro anni di carcere. I beni sono stati sequestrati al termine di complicati riscontri fiscali e valutari che hanno ricostruito flussi finanziari sospetti da Malta al conto corrente della donna. Sullo sfondo una triangolazione di armi Russia-Cina-Libia.