Piccola storia criminale di Betty e Lucy
C’erano anche Betty e Lucy tra le cinquanta persone arrestate una mattina di gennaio di sette anni fa per traffico internazionale di droga-60 chili di cocaina- traffico di esseri umani e sfruttamento della prostituzione. Erano parti di un meccanismo più grande di loro:eseguivano ordini che partivano da un cartello di narcos colombiani e arrivavano ai piccoli spacciatori , alla ragazze chiuse nei piccoli appartamenti con le tende tirate di Perugia. Le due sorelle colombiane- cinquantaquattro anni la prima, cinquantadue la seconda,adesso hanno fatto strada-e secondo la procura della Repubblica di Trapani che le ha fatte arrestare di nuovo – hanno cambiato status criminale. Adesso sarebbero loro al vertice di una organizzazione- che ha commerciato in esseri umani e ha avviato alla prostituzione decine di ragazze arrivate dalla Colombia.Basi operative a Trapani,Perugia e Fano,una decina di appartamenti i cui proprietari hanno chiuso gli occhi e intascato contante, rimesse da decine di migliaia di euro, investimenti diversificati in Sudamerica. No non è così, sostiene chi le difende. Betty e Lucy si sono prostituite per bisogno. Per mantenersi e per mantenere la loro famiglia. Tanto è vero,dicono i legali,che le conseguenze del 2004 sono state lievi:pochi giorni di carcere e poi i domiciliari. Ma che ci facevano con il controllo di un paio di appartamenti a Perugia e a Trapani e di quei sette o otto di Fano dove arrivano ragazze e clienti selezionati? Se la vedranno i magistrati. Intanto teniamoci a mente la storia delle due sorelle: micro o macro che sia è uno spaccato del mercato criminale dove il traffico degli essi umani si incrocia con quelli del traffico della droga. Con un fine comune: accumulare capitali sporchi da ripulire.