dallo spaccio al minuto ai forzieri delle banche
Il mercato umbro- con il doppio ruolo di terminale e di snodo del traffico internazionale- è controllato dalle organizzazioni criminali di più antico insediamento come i clan albanesi e quelli nigeriani che hanno stretti rapporti con le mafie italiane. Gli albanesi- è emerso da diverse operazioni di contrasto – sembrano avere rapporti stabili con la ‘ndrangheta e con le famiglie pugliesi.Per i nigeriani sono più frequenti sodalizi e affari con la camorra. Spesso però operano in proprio. ‘Ndrangheta e camorra riciclano i proventi del traffico della droga in banche estere- spesso con la complicità di operatori finanziari e prestanome locali. A Montecarlo o a San Marino è scritto in recenti inchieste delle direzioni distrettuali antimafia di Umbria,Campania e Calabria.Oppure in attività apparentemente pulite nei settori immobiliare,edile e commerciale. Gli stessi percorsi finanziari dei soldi sporchi delle mafie estere che però hanno la tendenza a investire nei paesi di origine. Con la regia generalmente cambiano gli itinerari:Sudamerica,Africa,Spagna,Olanda,Belgio, Italia , oppure prima delle coste italiane c’è un passaggio in Albania,porto di Durazzo, prevalentemente. Per la manodopera, quella dello spaccio al dettaglio, gli arruolamenti avvengo soprattutto tra i nord africani,ma viene dato in crescita il numero degli italiani che stanno alla base della piramide a dividersi le briciole del mercato. Dunque ai vertici gli italiani che si dedicano alle importazioni all’ingrosso a volte in società con le mafie estere , al livello medio gli abili colletti bianchi del riciclaggio,in fondo i piccoli spacciatori di quartiere che se la devono vedere con i piccoli spacciatori stranieri. Ultime ruote del carro. Ma indispensabili perchè è la loro attività di dettaglianti che arricchisce i padroni del supermarket.