Piccole storie nere: Scoccione, esecuzione con mistero
Due colpi di pistola alla nuca, sparati da vicino, con la vittima inchiodata al posto di guida di un’auto nascosta sotto un cavalcavia. Sembra un esecuzione l’omicidio di Sergio Laoreti,37 anni,commerciante di frutta ternano, avvenuto il 16 aprile 1985. E potrebbe entrarci la camorra-dicono gli investigatori perché il commerciante aveva interessi nei grandi mercati di Fondi e di Napoli. Un debito non saldato, una tangente non pagata, un no al pizzo : il movente potrebbe essere di questo tipo. Invece no, la storia è molto più banale,almeno così sembra agli inquirenti. Il 20 aprile, quattro giorni dopo,Franco Scoccione,51 anni,confessa il delitto. Avrebbe ucciso per motivi passionali. Viene arrestata anche la moglie della vittima: c’era una relazione tra il presunto omicidio e la donna.Franco Scoccione è molto conosciuto:è il capolista dei socialdemocratici al comune di Narni e alla provincia di Viterbo. Franco Scoccione ci ripensa e cambia versione:è innocente, dice ora. Con il delitto-giura- non c’entro. A Sergio Laoreti non l’ho ammazzato io. Sono innocente ,non ho concorso all’omicidio grida la moglie della vittima,non avevo motivo per farlo. L’opinione pubblica si spacca. Franco Scoccione viene condannato all’ergastolo, la presunta amante assolta per insufficienza di prove. C’è però un colpo di scena. Il 21 ottobre 1988 Franco Scoccione viene scarcerato.La corte d’assise d’appello dice che il processo di primo grado-quello della condanna all’ergastolo -è nullo per gravi vizi di forma : non c’erano prove certe per andare subito a giudizio. Ci vuole un nuovo processo. Lo fanno ad Ancona. Per l’imputato è di nuovo condanna, ma a 23 anni. Un innocente in galera,commenta il suo difensore Gianni Zaganelli.