Denaro sporco:il girotondo lungo un anno
Ci sono l’economia e la finanza negli interessi diretti delle mafie italiane e straniere che puntano sull’Umbria per utilizzarla come una grande lavatrice di denaro sporco. Il riciclaggio infatti è il fenomeno ricorrente – dietro l’immutato scenario dei più antichi affari del traffico della droga e dello sfruttamento degli esseri umani- nelle più importanti operazioni di polizia giudiziaria contro le infiltrazioni della criminalità organizzata. Il 2011 infatti si è aperto con il sequestro di 14 appartamenti nella Marche a un prestanome dei Casalesi che ha investito parte del ricavato in Umbria, e si è chiuso poco prima di Natale con l’arresto di un avvocato di San Marino, riciclatore della camorra ,scoperto con indagini cominciate a Terni. E’ un girotondo lungo un anno ,sempre uguale a se stesso.Sempre a febbraio del 2011 parte da altri beni immobili sequestrati nel ternano,la pista che porta alla cattura di un capo della ‘ndrangheta latitante in Romania. A giugno è Roma a indagare sugli affari sporchi un un’altra famiglia legata alla camorra e gli inquirenti finiscono a Terni dove ha sede un’azienda di comodo con beni immobili da un milione di euro. La testa sarebbe a Casal di Principe. E’ luglio quando a Padova viene chiusa una società di intermediazione:prestiti a tassi d’usura ad almeno 135 imprenditori. Una decina sono umbri. Di nuovo la ‘ndragheta. Dieci arresti della cosca Mancuso che ricicla i profitti della droga nelle banche di San Marino e in varie attività economiche anche in Umbria. Ed è ancora estate quando il figlio latitante di uno dei capi della Banda della Magliana-che in fatto di malavita e finanza ha una lunga storia criminale- viene catturato in provincia di Perugia. A metà settembre di nuovo i casalesi: sarebbero riconducibili al clan i trecento appartamenti sequestrati alla periferia di Perugia,due alberghi e alcune auto di grossa cilindrata. E’ il segnale più evidente del superamento del muro del rischio.