Piccole storie nere: il girasole delle nuove schiave
Marta la russa era prigioniera in un appartamento a Ponte San Giovanni e quando perse l’affidabilità la fecero scomparire con l’acido. Il corpo di Tania trovato a Valtopina invece doveva diventare irriconoscibile con il fuoco. Almeno altre due, bulgare o moldave le avrebbero fatte fuori e sepolte nel giardino di un night. I corpi non si trovano,solo brandelli di stoffa. Un’altro cadavere senza testa e senza mani è nelle Marche: la provenienza potrebbe essere la stessa. Schiave punite per qualche tentativo di ribellione. A portare la cocaina da un locale all’altro è un italiano che chiamano il sarto perché la droga se la cuce nei vestiti. Nei locali ci sono tariffe orarie, prestazioni diversificate: dalle bevute di marca al sesso dietro i separè.Venti per cento sulle consumazioni; 25 per cento sulle prestazioni sessuali . Botte,segregazione, stupri,ritiro dei documenti se l’incasso non è quello preventivato dai padroni, se il lavoro non è fatto a regola d’arte o ci sono smagliature e cedimenti. Peggio molto peggio per chi vuol liberarsi.Dopo un paio di mesi la proprietà delle donne passa in altre mani,e le ragazze passano dai night alla strada per un altro tipo di business. Aprile 2001,Ottobre 2002 , due ondate di arresti portano in carcere duecentocinquanta persone. Un centinaio sono italiani. E’ il pubblico ministero Antonella Duchini a coordinare il lavoro dei carabinieri del Ros.E’ il gip Nicla Restivo che firma le ordinanza di custodia cautelare.Si chiamano Girasole 1 e 2 e sono le operazioni che segnano una svolta nella lotta al traffico di esseri umani e allo sfruttamento della prostituzione e del lavoro nero.Le indagini ricostruiscono le rotte della nuova schiavitù . E’ la mafia Russa a provvedere- in diversi paesi dell’est- al reclutamento con false promesse di lavoro; sono gli albanesi a controllare la migrazione con i pullman; sono i camorristi casalesi a provvedere per la droga . Gli italiani forniscono gli appoggi logistici- come alcuni night e appartamenti in Umbria e nel Lazio- e spartiscono gli utili:due miliardi di lire all’anno. Capitali riciclati in vario modo.Per investire in attività pulite e travestirsi da bravi professionisti degli affari leciti con i quali allargare il traffico di donne e cocaina. E’ uno dei primi segnali delle infiltrazioni mafiose nell’economia. Ci sono stati rinvii a giudizio,proscioglimenti,patteggiamenti. E c’è-undici anni dopo- ancora un buon numero di indagati che deve essere processato.