Le casse dello Stato e il cash della Guardia di Finanza
Una volta, un milione (di euro). Un’altra, cinque milioni (di euro). Un’altra due milioni e mezzo (di euro). Un’altra volta ancora, tre milioni (di euro). E via così, giorno dopo giorno senza ormai saltarne uno per un fatturato che terrebbe in piedi almeno un paio di multinazionali. E’ via così, giorno dopo giorno, un evasore fiscale dopo l’altro beccato con le mani nella marmellata di soldi che non sono suoi. E via, scoperti e bastonati, secondo quello che il codice prevede Pagate il maltolto. Maltolto che diventa stampella di uno Stato con le casse vuote . Maltolto che è cash come non se ne vedeva da anni.Indagini, controlli, intelligence, software, che mai come oggi adducono sangue nelle esangui tasche del portafogli statale con una portata che in tempi migliori avrebbe fatto l’Italia ricca del suo. Ma prima? Prima c’era un rendiconto annuale con il quale la Guardia di Finanza rendeva edotta la stampa ( e quindi il cittadino) su quanta Iva s’era recuperata, su quanto imponibile sottratto al fisco s’era scoperto,,su quante operazione finanziare in odore di malaffare s’ erano bloccate. E tanto altro ancora. In genere attività di prim’ordine e attività dalla mole imponente. Anche allora, perche meritati, plausi e progetti per dare la caccia e addentare ai polpacci di furbi, furbetti,soliti e insoliti furbi delle tasse evase. Erano,in genere plausi, con cadenza annuale perché l’evento della pubblicazione del bilancio delle tante cose fatte coincideva con la festa del Corpo . Come per la polizia,i carabinieri, la magistratura e l’anno giudiziario. Adesso no, non è più così. Adesso i milioni (di euro) portati nelle casse dell’Agenzia delle Entrate sono milioni (di euro) quotidiani. E se ne ha notizia. Bene.Che significa ?. Può significare che la Gdf, con il rinnovamento della divisa (che è bella) ha rinfrescato pure la macchina delle pubbliche relazioni e dei rapporti con i mezzi di comunicazione. Ovvero: maggiore apertura, meno contagocce nel far uscire le notizie, bisogno di un contatto quotidiano con i cittadini contribuenti per cambiar loro mentalità e comportamenti. Può essere,ma non basta. Può significare che l’informatica ha affinato i mezzi di controllo, che i programmi che incrociano redditi e tenore di vita sono più chirurgici di un laser ad eccimeri,che la collaborazione tra enti finalmente è più stretta. O, meglio, finalmente c’è. Può essere ,ma non basta. Può significare che la specializzazione è salita di livello, che l’esperto che sta dall’altra parte non è più imbattibile , che non si spara più nel mucchio, ma si prende bene la mira.Può essere,ma non basta.Può significare che i ritocchi a leggi e norme hanno raggiunto il punto di equilibrio che serve, che la soglia di attenzione verso determinati reati s’é frantumata e si è attenti sempre, che la rete investigativa è capace di pescare a strascico nel bel mondo dei ricchi-ricchi,nel mondo dei ricchi-medi ,nel mondo dei ricchi che si dichiarano poveri, nel mondo che ricchi che si sono sempre dichiarati poveri e, da fantasmi,l’hanno fatta franca per anni ed anni.Può essere, ma non basta. Non basta perché la scoperta del nostro evasore quotidiano è fenomeno più complesso,prodromo pare di tempi diversi.. A un confronto a spanne tra le tasse evase e recuperate una volta, cinque- dieci anni fa, e le tasse evase e recuperate oggi, il divario è più che evidente. Post-it di un cambiamento che da qualche parte deve esserci stato.Il cambiamento potrebbe essere negli input che partono dalla politica e dal governo . Può essere,ma non basta. E allora? E allora c’è probabilmente tutto quello che si è andato elencando fin qui, dall’ informazione all’informatica, dalla professionalità individuale agli strumenti di legge, dal numero delle pattuglie messe a controllare scontrini alla complessità dei data base, E c’è dunque anche la questione dei nuovi input. Concatenazione di fatti favorevoli in una congiuntura economica drammaticamente sfavorevole, le cose vanno così: ogni giorno ecco la vera identità di un mezzo fantasma del fisco, ecco il nullatenente con la Mercedes,il senza reddito con la barca, ecco il capitano delle società cartiera. Ma prima? C’era una via per avere un Stato memo povero di quanto oggi lo sia? C’era una via per pagare il giusto delle tasse e non sentirsi salassati? La risposta soffia dalla cronaca. La Guardia di Finanza sta diventando familiare quando i carabinieri e i poliziotti. .Un segno dei tempi. Un dire banale,ma cursioso.