Caso Narducci: 21 marzo fine corsa in Cassazione
Il 21 marzo 2013 il convoglio giudiziario sul quale da ventotto anni viaggiano certezze e dubbi sulla morte di Francesco Narducci arriva alla fine della corsa. Non c’è ,quel giorno, l’opzione dell’andare avanti. Il viaggio finisce per sempre oppure il convoglio torna indietro per ripartire da una nuova udienza preliminare.E in questo ultimo caso eventuale la direzione sarà un’altra e l’approdo incerto e suscettibile di una lunga attesa. E nella lunga attesa certezze e dubbi continueranno ad accavallarsi. In caso di stop definitivo invece ci sarà una verità giudiziaria alla quale far riferimento. La terza sezione penale della Corte di Cassazione decide infatti se accogliere o respingere il ricorso contro il proscioglimento di venti indagati- tra questi alcuni familiari e personaggi di spicco della vita cittadina, un ex questore, altri pubblici funzionari, professionisti in vista- per il presunto depistaggio che dal 1985 avrebbe nascosto le cause della morte del medico perugino.Il proscioglimento è del giudice Paolo Micheli che il 20 aprile 2010- al termine di una lunga e combattuta udienza preliminare- ha valutato sostanzialmente senza prove l’impianto accusatorio e gli indagati del tutto estranei a reati in gran parte non avvenuti. Due anni dopo in novecento pagine le motivazioni della sentenza che ha ritenuto doverosi quasi dieci anni di indagini dei quali però non ha saltato un indizio.Contro il no al processo il ricorso del pubblico ministero giuliano Mignini- convinto che c’è una verità tenuta nascosta perché le vere cause- un omicidio- avrebbero collegato la morte di Francesco Narducci ai delitti del mostro di Firenze . Contro il proscioglimento anche la vedova del medico morto nel Trasimeno, Francesca Spagnoli rappresentata dall’avvocato Francesco Crisi.