Caso Narducci:ultimi atti di un’ inchiesta infinita
Si mette in moto la macchina giudiziaria che deve portare a destinazione gli ultimi capitoli dell’inchiesta sulla morte di Francesco Narducci come ha disposto la corte di Cassazione dopo aver accolto alcuni dei ricorsi della Procura della Repubblica di Perugia contro il proscioglimento della maggior parte degli indagati per il presunto grande depistaggio messo in atto nel 1985 e tenuto in vita fino ai primi degli anni 2000. Una di queste pagine da completare riguarda l’ipotesi che alcuni soggetti-anche prossimi ad apparati dello Stato- abbiano operato per ostacolare l’attività del Gides, il gruppo investigativo istituito dal Ministero degli Interni per indagare sulle eventuali connessioni tra la morte del medico e le vicende del mostro di Firenze. Il Gides è stato guidato, dalla nascita alla soppressione,dall’allora dirigente della polizia di stato , ex capo della Mobile fiorentina ,Michele Giuttari che proprio oggi ha avviato la costituzione di parte civile nell’udienza preliminare che si terrà per l’esame delle posizioni rinviate al Tribunale dalla Cassazione. A rappresentare l’ex poliziotto-scrittore ci sarà un avvocato che conosce ogni riga delle monumentali inchieste (raccontate da Alvaro Fiorucci in <<48 small>> Morlacchi Editore) intorno alla tragica fine del dottore di Perugia. E’ l’avvocato è Francesco Crisi che nel procedimento è già parte civile per Francesca Spagnoli la vedova di Francesco Narducci. A molti osservatori questa circostanza non è apparsa casuale. I diretti interessati dicono che è semplicemente una scelta professionale. <<Ci sono stati più momenti , alcuni sono stati oggetto di indagine altri no>>, ha raccontato Michele Giuttari.
<< Un dato che ha un valore quantomeno storico nel quale ritengo di ravvisare un evidente ostacolo al lavoro del Gides è il momento in cui la Procura di Firenze ha sequestrato i fascicoli dell’inchiesta dopo la perquisizione degli uffici del Gruppo Investigativo sui Delitti Seriali e quelli del sostituto procuratore della repubblica di Perugia Giuliano Mignini.. Contemporaneamente a questo atto, veniva detto no ad alcune deleghe ad investigare su determinate persone che a mio avviso potevano portare a contributi importanti >>.
<< Sono passati sei anni da quei giorni- ha aggiunto l’investigatore dei Compagni di Merende- Non mi risulta che sia stata data ad altri la possibilità di percorrere quelle tracce che io avevo indicate e che volevo seguire. Non mi risulta che ci siano stati sviluppi investigativi>>. Di quelle vicende nei fascicoli c’è rimasto ben poco e se ne tornerà a parlare davanti al giudice per l’ udienza preliminare che riceverà il carteggio con le indicazioni della Corte di Cassazione . Così all’ex questore Francesco Trio verrà chiesto conto di alcune sue visite al Viminale a dar giudizi e non apprezzamenti benevoli sulle attività del Gides di Michele Giuttari. E, appunto, questi presunti comportamenti dell’indagato sono anche alla base della richiesta di costituzione di parte civile da parte dell’investigatore-scrittore.
Davanti a un giudice preliminare torneranno per altri motivi , Emma Magara, la domestica di villa Narducci ( per la non chiarita storia della lettera d’addio diventata insignificante foglietto) , il giornalista Mario Spezi con l’ex pregiudicato Luigi Ruocco e con l’ex ispettore Ferdinando Zaccaria per la faccenda di villa Bibbiani e le cose dette su Antonio Vinci per via della pista sarda . Farà loro compagnia lo strenuo difensore della <<memoria di Francesco>> Alfredo Brizioli che durante l’udienza preliminare- chiusa dal gup Paolo Micheli con il proscioglimento di tutti e appellata dall’accusa e dalla parte civile in Cassazione- ha rinunciato ai benefici della prescrizione. Solo per questa rinuncia gli sono rimasti addosso i panni dell’indagato per reati considerati minori. Dovrà dunque spiegare il tenore di una sua telefonata alla consulente del piemme Gabriella Carlesi, le frasi scambiate con un altro consulente a proposito della frattura del corno tiroideo trovata sul collo di Francesco Narducci , la ragione degli incontri ritenuti troppo ravvicinati con alcuni testimoni.
di allan fontevecchia