La coperta dell’insicurezza nasconde il grande crimine
C’è una coperta di reati che generalmente vengono considerati minori- rispetto a quelli commessi dalle varie mafie della criminalità organizzata- che spesso e in molte situazioni nasconde tanto consapevolmente quanto talvolta a sua insaputa l’indicibile di altri fenomeni delinquenziali più e meglio strutturati. Una schermatura che può avere una vita propria. Oppure una vita indotta per un mascheramento di comodo e comunque utile. Fenomeni più gravi che, dunque, se trovano paraventi dietro i quali nascondersi o schermature statistiche o meglio ancora fenomeni sociali che assumono il carattere oscurante del fumogeno meglio si alimentano e meglio si sviluppano. Il senso di insicurezza della gente a causa della criminalità infatti si consolida più per furti nelle abitazioni, scippi, aggressioni per strada , rapine non necessariamente a mano armata che, per esempio, per operazioni di riciclaggio di denaro sporco,per l’insediamento di comparti mafiosi nell’economia apparentemente pulita, per il traffico e per lo sfruttamento degli esseri umani. Da questo punto di vista il furto ha un ruolo significante molto più incisivo , per dirne un’altra, del crimine finanziario associato ai cosiddetti coletti bianchi. In Umbria c’è, presumibilmente (lo fanno presumere inchieste e attività investigative del recente passato e anche correnti ). E gli ultimi dati statistici forniscono elementi per dare ragione della patologia dell’insicurezza che attecchisce in vasti strati della popolazione. Che, sostanzialmente si sente impotente e indifesa. Il Tgr dell’Umbria con un servizio di Antonella Marietti spiega la situazione del crimine che alimenta l’insicurezza nei termini che seguono.<< Oltre 50 furti al giorno. Così è stato nel triennio 2011-2013 che ha fatto registrare circa 18.400 furti, 4mila in casa e oltre 350 rapine. E’ il dato che colpisce di più nel dossier ”Criminalità e sicurezza in Umbria” commissionato dalla Regione all’Università di Perugia. Una fotografia dettagliata del crimine regionale che parte dalle denunce raccolte dalle forze dell’ordine e dalle segnalazioni trasmesse all’autorità giudiziaria. Tre anni in cui le denunce di reati contro il patrimonio sono costantemente aumentate se pur non raggiungendo il picco di annus horribilis del 2007. Più furti -ma anche più truffe e frodi informatiche.
I reati denunciati contro la persona invece (e quindi omicidi, violenze, percosse) si attestano al 9 per cento, quelli legati alla droga l’1 per cento.
Fin qui i numeri delle denunce partite dai cittadini, ma se legano i dati delle segnalazioni inviate all’autorità giudiziaria da parte delle forze dell’ordine gli scenari cambiano. I crimini contro il patrimonio infatti diminuiscono mentre aumentano quelli contro la persona e le violazioni legate alla droga, segno di indirizzi precisi politica di contenimento delle forze dell’ordine.
Torniamo ai crimini più temuti e che più destabilizzano la cittadinanza, cioè¨ quelli che colpiscono il patrimonio , incrociando segnalazioni e denunce emerge che l’indivisuazione dei colpevoli nei casi di furti in rapporto di 1 a 10, che diventa 1 a 20 per quelli in abitazione mentre 4 su 5. Cioè i colpevoli di rapine si trovano più facilmente di chi ruba soprattutto in casa. E chi sono questi colpevoli? maschi per lo più, europei nella stragrande maggioranza e maggiorenni. I minori coinvolti in attività criminali sarebbero solo il 2 per cento>>.