Un fenomeno tradotto in cifre,”Il sangue delle donne”e correlati
Ci sono molti modi per valutare il fenomeno della violenza di genere e in particolare quello della violenza spinta oltre la vita, ossia gli omicidi delle donne da parte dei loro partner,compagni, fidanzati,mariti, ex di ogni declinazione. Il metodo meno fallace appare quello che sceglie la cronaca come ancoraggio di ogni ragionamento. Partire dai fatti dunque. Perché partire dai numeri non è per forza culturalmente non corretto.
Totale omicidi 1990- 1633
Totale omicidi 2012- 526
La diminuzione è stata di circa il 67 per cento.
2000-2012- circa 2200 femminicidi ( 171 l’anno) pari a circa il 30 per cento del totale degli omicidi.
2008-
614 omicidi- 24,10 % femminicidi pari a 148- (58,42 % degli omicidi i commessi in casa)-
2009-
590 omicidi- 29,15 % femminicidi pari a 172-(65,33 % in casa)-
2010-
531 omicidi-29,94% femmincidi pari a 159- ( 63,04 % in casa)-
2011-
553 omicidi – 30,74 % femminicidi pari a 170-(60,79 in casa)-
2012-
528 omicidi- 30,11% femminicidi pari a 159- (63,58 in casa)-
2013-
501 omicidi- 35,33 % femminicidi pari a 177- (69,77 commessi in casa)-
2014-
77 femminicidi ( al 30 ottobre)-
-IL QUADRO AGGIORNATO DALL’ANSA-
-;ANSA-SCHEDA/ Violenza donne: 2013 nero, 1 vittima ogni 2 giorni
Rapporto Eures; 179 femminicidi, 7 su 10 in famiglia
(ANSA) – ROMA, 22 NOV – Sono 179 i femminicidi registrati nel
2013. Un anno nero, con la più elevata percentuale di donne tra
le vittime di omicidio mai registrata in Italia, in pratica una
ogni due giorni. Rispetto alle 157 del 2012, le donne ammazzate
lo scorso anno sono aumentate del 14%. I dati sono contenuti nel
secondo rapporto Eures sul femminicidio in Italia.
Aumentano i casi avvenuti in ambito familiare, che passano da
105 a 122 (+16%), cosi’ come pure nei contesti di prossimita’,
rapporti di vicinato, amicizia o lavoro, da 14 a 22. Rientrano
nel computo anche le donne uccise dalla criminalita’, 28 lo
scorso anno: in particolare si tratta di omicidi a seguito di
rapina, dei quali sono vittima soprattutto donne anziane. In 7
casi su 10 (68,2%, pari a 122 in valori assoluti) i femminicidi
si sono consumati all’interno del contesto familiare, una
costante nell’interno periodo 2000-2013 (70,5%).
Per 10 anni quasi la metà’ dei femminicidi e’ avvenuta al Nord.
Dal 2013 c’e’ invece stata un’inversione di tendenza sul piano
territoriale ed il Sud e’ diventata l’area a più’ alto rischio con
75 vittime ed una crescita del 27,1% sull’anno precedente. Al
Centro sono raddoppiati, da 22 a 44. Il Nord, dove lo scorso
anno sono morte ammazzate 60 donne, rimane il territorio dove si
verificano piu’ omicidi in famiglia, 8 su 10. La maglia nera
spetta al Lazio e alla Campania, con 20 vittime ciascuno; solo a
Roma sono state 11. Ma e’ l’Umbria a registrare l’indice piu’ alto
di mortalita’ (12,9 femminicidi per milione di donne residenti).
Ottantuno donne, il 66,4% delle vittime dei femminicidi in
ambito familiare, ha trovato la morte per mano del coniuge, del
partner o dell’ex partner. Dal 2000 sono 333 le donne ammazzate
perche’ “colpevoli di decidere”, come le definisce il dossier.
Ma il segnale nuovo emerso lo scorso anno, “anche per effetto
del perdurare della crisi”, e’ il forte aumento dei matricidi,
spesso compiuti per ragioni di denaro o per una esasperazione
dei rapporti derivanti da convivenze imposte dalla necessita’:
sono infatti 23 le madri uccise nell’ultimo anno, pari al 18,9%
dei femminicidi familiari, a fronte del 15,2% rilevato nel 2012
e del 12,7% censito nell’intero periodo 2000-2013 (215
matricidi).
Per le percosse, per strangolamento o per soffocamento: cosi’
nel 2013 sono morte 51 donne, quasi una vittima di femminicidio
su tre. E tale modalita’ di esecuzione, secondo l’Eures, e’ segno
di “piu’ alto grado di violenza e rancore”. Quasi altrettanti
sono stati i femminicidi con armi da fuoco (49 vittime) e con
armi da taglio (45), cui seguono quelli compiuti con armi
improprie (21).