L’equivoco della pena: la decisione sulla libertà per Luigi Chiatti vincolata alla pericolosità sociale
Fine della pena per Luigi Chiatti non significa automaticamente libertà. Scontata la detenzione non ha saldato del tutto i conti con la giustizia per gli omicidi di Simone Allegretti e di Lorenzo Paolucci. La sentenza definitiva lo ha condannato a trenta anni di carcere. A settembre ( forse anche a giugno secondo un diverso conto degli abbuoni previsti dalla legge Gozzini) li avrà finiti di scontare. Restano però tre anni di permanenza in una struttura di custodia e cura prevista dalla sentenza definitiva per la sua pericolosità sociale. Pericolosità sociale che per legge deve essere di nuovo valutatata prima di dare luogo all’esecuzione della misura di sicurezza stessa.Dalla prigione a qualcosa di simile al manicomio giudiziario, se Luigi Chiatti viene giudicato ancora pericoloso .Dalla prigione alla libertà se la valutazione di Luigi Chiatti dovesse cambiare e la sua pericolosità sociale venisse giudicata non sussistere più..L’equivoco sulla supporta imminente liberazione del geometra che si è autodefinito <<il Mostro di Foligno >> è tutto qui. Se ci fosse una pronuncia conseguente alla sentenza definitiva dopo tre anni , nuova valutazione psichiatrica , di nuovo in bilico tra custodia e libertà. E’ semplice. Tutto è scritto nella sentenza della corte d’assise d’appello di Perugia dell’11/4/1996 ( vedi “Il cacciatore di bambini- biografia non autorizzata del mostro di Foligno”- Morlacchi editore) . Read more…