Un giudice per Meredith Kercher: ecco la Cassazione,riparte il cronometro della giustizia.
Condanna il 5 dicembre 2009, assoluzione il 4 ottobre 2011, di nuovo condanna il 30 gennaio 2014. 28 anni e sei mesi per Amanda Knox, 25 anni per Raffaele Sollecito, ritenuti colpevoli dell’omicidio di Meredith Kercher in concorso con Rudi Guede che sconta una condanna definitiva 16 anni di carcere. Per la giovane americana e per l’informatico pugliese è di nuovo partito il cronometro che segna le ore che li separa dal verdetto sul loro futuro a un bivio :verso un carcere o verso un nuovo processo. Siamo al conto alla rovescia per la puntata che mercoledì 25 marzo 2015 sarà scritta dalla Suprema Corte di Cassazione – dopo l’esame di i documenti a centinaia e di quello che le difese di Amanda e di Raffaele diranno per documentare – da posizioni non più sovrapponibili- i profili di illegittimità della più recente sentenza di condanna che ritengono esserci con evidenza. Se i ricorsi verranno accolti ci sarà un l’appello numero tre ; se verranno respinti ci saranno gli arresti e la detenzione. L’eventuale estradizione di Amanda Knox è regolata da un trattato in vigore dal 2010, da tre anni dopo l’omicidio di via della Pergola. E’ un trattato Unione Europea- Stati Uniti d’America. Stabilisce che ci può essere estradizione in presenza di fatti punibili” dalla legge dello Stato richiedente e dalla legge dello Stato richiesto con una pena privativa della libertà superiore, nel massimo, ad un anno o con piena più severa”. Ci può essere opposizione da parte della Corte Federale (per un eventuale nuovo processo per un fatto per il quale l’imputato è stato già assolto o se il processo ha violato la Costituzione Americana),ma l’ultima parola spetta comunque al Dipartimento di stato. Difficile che in caso di condanna l’estradizione della giovane americana porti a un conflitto sta stati. Nel merito dei ricorsi che la Cassazione discute mercoledì Luciano Ghirga e Carlo della Vedova, difensori di Amanda Knox, hanno scritto tra l’altro, a sostegno delle loro tesi di totale innocenza dell’imputata che nella sentenza di condanna non ci sarebbe sforzo alcuno di indagine o argomentativo che abbia preso in considerazione ipotesi differenti alla sua colpevolezza . Eppure scrivono i legali la Cassazione con il rinvio a Firenze aveva chiesto proprio di esplorare soluzioni alternative. Luca Maori e Giulia Bongiorno difensori di Raffaele Sollecito hanno tra l’altro scritto nelle seicento cartelle consegnate ai giudici di legittimità che il giovane pugliese ha avuto ricordi non nitidi della notte del delitto a causa della cannabis fumata e che la Corte di Firenze avrebbe dovuto esaminare la diversità palese di posizione tra i due imputati. Sempre secondo Maori e Bongiorno la Corte non ha valutato adeguatamente la possibilità di un situazione dove Amanda si possa essere allontanata dalla casa di Raffaele nella notte del delitto. Ricordano ancora che nella prima deposizione di Amanda alla polizia Raffaele non c’è. Non è tirato in ballo.