“Il medico svizzero ” di villa La Sfacciata e il “medico di Prato”.
Ecco un nuovo capitolo (così pare a leggere i giornali) ed ecco che con la cronaca di oggi torna la storia di ieri con i suoi buchi neri, i misteri e le troppo curiose coincidenze. Dunque ecco Rolf Reinecke e gli anni trascorsi dal tedesco a Prato. Durante le indagini (2001-2012) sui delitti del Mostro di Firenze collegate a quelle sulla morte del medico perugino Francesco Narducci scomparso nelle acque del Lago Trasimeno l’8 ottobre 1985 l’individuo che torna in prima pagina viene indicato da Gabriella Ghiribelli come “il dottore svizzero” . Si sapeva che abitava a Giogoli che amava i cavalli e le armi. Ora (il vicequestore Michele Giuttari) viene identificata la sua residenza in una porzione della villa “la Sfacciata” . Il pubblico ministero Giuliano Mignini interroga chi dice che quell’uomo sarebbe stato buon amico del farmacista di San Casciano Francesco Calamandrei ( morto recentemente di morte naturale dopo essere stato prosciolto da ogni coinvolgimento e da ogni accusa relativa alle inchieste di cui si tratta) , di Francesco Narducci e di altri medici e professionisti vari toccati dal sospetto investigativo. Curiosamente, secondo questa e altre testimonianze Francesco Narducci alcune volte si sarebbe presentato come il “medico di Prato”, altre volte come “il fotografo di Prato” (Filippa Nicoletti), altre volte ancora (Roberto Giovannoni) come “il rappresentante” di una ditta farmaceutica di Prato. E’ sicuramente una coincidenza che Rolf Reinecke avesse un’attività imprenditoriale a Prato ( un laboratorio per rigenerare la lana) ed è sicuramente un’altra coincidenza che il giovane gastroenterologo perugino fu visto ( è un racconto di Lorenzo Nesi) con una sacca e le racchette incamminarsi verso un campo da tennis. Dove? Nella zona pare che l’unico campo praticabile fosse in quegli anni proprio quello della villa abitata dal tedesco (“48 small-il mostro di Firenze e il dottore di Perugia “– Morlacchi editore- ). Rolf Reinecke scoprì il 10 settembre 1983 non lontano dalla sua residenza i cadaveri di due ragazzi suoi connazionali ammazzati dal Mostro dentro un furgone Volkswagen parcheggiato, appunto, a Giogoli. Gli elementi di singolarità (o di curiosità se vogliamo) non finiscono qui ma è comunque bene precisare che curiosità e/o coincidenze e/o singolarità non hanno valore giudiziario alcuno . Non sono indizio di qualcosa. Infatti tutte le circostanze riportate in questo scritto non hanno avuto riscontri sulla loro natura in nessuna aula di giustizia. Metterle insieme è puro esercizio di fantasia. Che può avere una sola utilità: conservarne la memoria. E’ quindi doveroso prima che corretto precisare che Rolf Reinecke (morto per un infarto nel 1996 in Germania dove da tempo era rientrato) non è stata mai indagato e che dieci anni di inchieste sulla morte di Francesco Narducci si sono chiuse, una (gip Marina De Robertis) con l’ archiviazione di un omicidio ad opera di ignoti,e l’altra ( gup Paolo Micheli) con il proscioglimento di tutti degli indagati per un presunto complotto per sviare le indagini che per i giudici non è stato mai ordito. Sentenze definitive. Questa è la verità giudiziaria. Questa è la verità che va rispettata. Quando si saprà se c’è qualcosa e che cosa è quello che, il nuovo e recentissimo interessamento della Procura della Repubblica di Firenze cerca nella permanenza in Toscana e a Prato in particolare dello “strano tedesco con gli occhiali da sole e il cappello da cow boy” , l’analisi forse potrà basarsi su elementi concreti ed essere magari costruttiva. Al m omento è aneddotica intorno alla vicenda del Mostro di Firenze, il caso giudiziario più terribilmente appassionate di tutti i tempi. . Cero è una curiosità che una compagna dell’imprenditore tedesco, lei sì una svizzera, avrebbe avuto una spiccata passione per l’esoterismo (l’ipotesi della setta che ordinava i duplici omicidi è ipotesi corrente) e si è parlato (senza riscontri oggettivi) di un giovane corpo di donna mummificato. Ed è sempre una curiosità che Reinecke come Calamandrei e Narducci avesse la passione per la navigazione. Taluni hanno raccontato dell’imprenditore e del farmacista a Punta Ala. Altri delle gite del tedesco al Lago Trasimeno. Ma che vuol dire?
C’è da dubitare che il “dottore svizzero” di cui parlò la Ghiribelli corrisponda a Rolf R.
Aurelio Mattei nel suo romanzo Coniglio il Martedì afferma che il SK fosse un chimico trasferitosi in Svizzera che aveva perso un testicolo.