2015: dalla sentenza definitiva per l’omicidio di Meredith alla forte incidenza dei delitti commessi in famiglia
Le vittime della metà degli omicidi avvenuti in Umbria nel 2015 sono donne. Tre donne cadute sotto i colpi di armi da fuoco o ferite a morte con coltelli di uso domestico. Una recente ricerca di Eures sui femminicidi attribuisce alla regione l’indice più alto con 12,9 femminicidi per milione di donne residenti. L’anno che è appena finito è anche l’anno in cui si è conosciuto , con le motivazioni della Suprema Corte di Cassazione , l’esito dell’ uccisione di Meredith Kercher , un colpevole, due innocenti e due assassini , a stare alle sentenze, da individuare e catturare, come Alvaro Fiorucci e Luca Fiorucci raccontano in “Reperto 36- anatomia giudiziaria dell’omicidio di Meredith Kercher” edito da Morlacchi. Dunque il dettaglio. Il sei marzo, ad Uppiano, vicino a Città di Castello, Yuri Nardi, un poliziotto di 41 anni, uccide la moglie, Laura Arcaleni di 40, e poi si suicida. Il 25 novembre, a Perugia, Raffaella Presta, anche lei quarantenne, viene uccisa con due colpi di fucile dal marito Francesco Rosi. Anna Maria Cenciarini, 55 anni, viene uccisa il 28 dicembre, a coltellate, nella sua abitazione di Varesina, nell’alta valle del Tevere. Per il delitto è indagato il figlio della vittima Federico di 21 anni. Altrettanto brutali- ha messo in evidenza un recente servizio del tgr della Rai-gli altri omicidi. Il 12 marzo a Terni in piazza dell’Olmo Davide Raggi di 27 anni, muore accoltellato al collo da un ubriaco, il 29 enne Amine Aassoul, marocchino e clandestino in Italia. E poi, il 29 aprile, nel quartiere Gabelletta la tragedia di Giulio Moracci, 91 anni, legato sul suo letto a faccia in giù da due rapinatori di nazionalità rumena e morto soffocato. L’otto dicembre, di nuovo Terni, dove dopo una lite in discoteca, Oltjan Nela, 21 anni, albanese, cade accoltellato da Mariel Mjeshtri, 21 anni, anche lui albanese. Altre statistiche ci dicono che diminuisce nel complesso il numero dei reati commessi in Umbria, ma la gente, anche se in misura minore rispetto al passato, continua ad aver paura. E’ la cosiddetta sicurezza percepita che spesso contrasta la dinamica reale delle azioni criminose effettivamente compiute. Giù le attività della microcriminalità , ma stabile la percezione di precarietà e del pericolo che si forma nell’immaginario collettivo. L’Istat colloca l’Umbria al terzo posto della graduatoria regionale del rischio percepito. Diffidenti sulle condizioni di sicurezza nella zona dove abitano il 34 per cento delle famiglie umbre. La statistica è del 2014 e il dato è migliore del 37 per cento dell’ anno precedente. I timori degli umbri , riferisce in un altro servizio lo stesso tgr della Rai, sono al di sopra della media nazionale. Peggio soltanto Lazio e Lombardia. Nel 1996 ad avere paura era soltanto il 18 per cento degli umbri. Il picco massimo nel 2008 all’inizio della crisi globale. Pochi mesi dopo l’omicidio di Meredith Kercher , un delitto che ha avuto la più ampia e persistente copertura mediatica globale. E che ha avuto un forte impatto sui cittadini, anche in termini di sicurezza percepita.