“Un territorio da tenere sotto controllo “: Franco Roberti firma il protocollo per un nuovo coordinamento contro il terrorismo internazionale.
Il procuratore nazionale antiterrorismo Franco Roberti afferma che l’Umbria è un territorio da tenere sotto controllo . Un territorio dove ci sono persone da tenere sotto controllo. Soprattutto per i cosiddetti reati spia che non sono immediatamente riconducibili al terrorismo islamista ma che attraverso determinati percorsi clandestini possono finire con l’alimentare lo stragismo dell’Isis. E combattere i reati spia di nuove forme di terrorismo- come ha affermato il procuratore generale di Perugia Fausto Cardella- richiede un cambio di passo e di prospettiva per la magistratura e per le forze di polizia. Una questione delicata – al confine tra prevenzione e repressione-della quale si fa carico il protocollo promosso dalla stesso procuratore generale e firmato questa mattina anche dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. I reati spia individuati vanno dagli omicidi e dagli atti di violenza e minaccia ai danni di esponenti politici ed istituzionali, al traffico di droga, al porto e alla detenzione di armi ed esplosivi, ed ancora la ricettazione di documenti, il riciclaggio e reimpiego di capitali, l’incitamento alla discriminazione razziale. La funzionalità del nuovo coordinamento si basa sostanzialmente si un più ampio e tempestivo scambio di informazioni e, appunto, sul costante monitoraggio dei reati spia. Il coordinamento tra la procura distrettuale e le procure della regione spetta alla Procura Generale. Sia Roberti che Cardella hanno affermato che la qualità della prevenzione è gia molto alta per le persone che devono attuarla.Probabilmente possono tornare utili – se non altro per ragioni di storia e di contesto- inchieste del passato . Di un passato recente e un passato meno recente. Come ad esempio il cold case degli attentati alle basiliche francescane di Assisi ,mai rivendicati e rimasti senza responsabili, avvenuti nel 1985. Oppure il transito per Perugia ancora prima, nel 1981, di Aiì Agca, l’attentatore a Giovanni Paolo Secondo e le minacce all’ Italia del 1987 per presunti maltrattamenti a detenuti arabi che si trovavano nel carcere di Spoleto e tra loro c’erano i sequestratori dell’Achille Lauro . Furono proprio i reati spia a far scoprire nel 2004 a Perugia una base della rete internazionale del turco Dhkp una formazione inserita nella lista nera delle organizzazioni terroristiche. L’arresto dell’Imam di Ponte Felcino e di alcuni suoi collaboratori con l’accusa di fare proselitismo per la jiad di Al Quaida è del 2007. Tra i primI fatti e fatti successivi ci sono stati centinaia di rimpatri di persone sospette per la tipologia dei reati commessi. Alcuni di quelli che oggi sono stati in primo piano come reati spia .