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Archivio della categoria Ottobre 26th, 2018
Luigi Chiatti torna a parlare di sé, dopo tanti anni. Dopo i processi che lo hanno condannato in primo grado a due ergastoli, in appello a trenta anni, pena definitiva confermata dalla Cassazione. Chiatti ha ucciso un bambino di neanche 4 anni, Simone Allegretti, e un adolescente, Lorenzo Paolucci di tredici anni. I delitti avvennero nel 1992 e nel 1993. Tra i due omicidi in uno scritto indirizzato alle forze dell’ordine il geometra allora ventiquattrenne si definì “Il mostro di Foligno”: una sfida agli investigatori che gli davano la caccia o forse una richiesta di aiuto e un segnale per farsi prendere. Durante il processo, il precedente del suo parlare di se, affermò che rimesso in libertà poteva anche uccidere ancora. Oggi che si trova nella Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di Copoterra in provincia di Cagliari perché scontata la pena detentiva è stato per due volte giudicato ancora socialmente pericoloso dal Tribunale di Sorveglianza e quindi con questa pena accessoria che prevede una rivalutazione ogni tre anni non può lasciare la struttura che ha sostituito il manicomio criminale ha indirizzato una lettera ai genitori delle sue vittime attraverso le colonne de “l’Unione Sarda “.
«Oggi sono una persona molto diversa, che non si riconosce in quella descritta dai mass-media. Se potessi tornare indietro non rifarei mai quello che ho fatto, perché ciò che ho fatto è istruzione della vita e disprezzo del creato». «Ritengo doveroso rivolgermi ai familiari delle povere giovani vittime, Simone e Lorenzo, prematuramente private a causa mia della loro vita». Read more…
Il Mostro di Foligno e la telecamera che non c’è
Per alcuni la spesa avrebbe sforato quegli otto milioni di lire che nessuno aveva in bilancio. Altri dicevano che forse si sarebbe trovato un qualche modo di scendere a cinque e che era il caso di tentare. I pessimisti erano perplessi se non contrari: l’assassino non si farà vedere proprio e allora a che serve l’apparecchiatura? La burocrazia, al dunque, vinse ogni dubbio. Non si trovò la voce che giustificasse l’esborso. E così la telecamera che forse avrebbe potuto impedire che il Mostro di Foligno facesse una seconda vittima non fu acquistata. Eppure l’assassino tornò sul luogo del delitto e la registrazione che avrebbe dato un volto al fantasma che inafferrabile minacciava nuove delitti con un po’ di fortuna avrebbe chiuso il caso in tempo. Read more…