Amanda Knox parla del pm, Giuliano Mignini non commenta
Amanda Knox al Festival della Giustizia di Modena, racconta il processo di Perugia che l’ha vista imputata, con Raffaele Sollecito dell’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher come un’imboscata mediatica per avere comunque e presto dei colpevoli. Una forte pressione che ha finito per condizionare le indagini contaminandole . Un meccanismo -dice tra le lacrime- che l’ha portata in un carcere dove è stata rinchiusa, innocente, per quattro anni, vittima, a dire, di un errore giudiziario.” Il primo novembre 2007, un ladro, Rudy Guedè, è entrato nel mio appartamento e ha violentato e ucciso Meredith. Poi è fuggito, ma è stato preso e condannato. Però- ha aggiunto- hanno indagato me, senza prove e solo per un’intuizione investigativa. “Ero innocente, ma il resto del mondo aveva deciso che ero colpevole“.La giovane americana condannata, assolta, di nuovo condannata e poi definitivamente assolta dopo otto anni, cita più volte il pubblico ministero Giuliano Mignini che ha indagato sul delitto di via della Pergola. “Vorrei avere un faccia a faccia con lui. Al di fuori delle aule di giustizia. Per me ,a venti anni, quel pm era un mostro con un solo obbiettivo, distruggere la mia vita . So che questa immagine di lui è sbagliata. Nel documentario di Netflix non ho visto un cattivo, un mostro, ma un uomo con motivazioni nobili che voleva rendere giustizia a una famiglia in lutto. Mi piacerebbe incontrarlo e spero che se accadrà anche lui riesca a vedere che anche io non sono un mostro “. Dottor Mignini, ha sentito l’intervento di Amanda al convegno sul processo mediatico di Modena?“No, ma no, ma le pare? Mi hanno riferito qualcosa alla quale ho prestato un minimo di attenzione giusto per prenderne atto. Ero impegnato a Roma con dei colleghi…”Come commenta le cose dette dalla ragazza sul suo conto?“Guardi per me non è una questione personale. E’ prima di tutto deontologica la questione che eventualmente dovrei valutare. Quindi non ritengo sia il caso di commentare. Anzi, posso dirle che non credo sia possibile incontrarci appunto perché un processo non può essere ridotto a una questione personale. Quello che avevo da dire l’ho detto in dibattimento e ci sono due sentenze definitive della della prima e della quinta sezione della Corte di Cassazione. Non credo ci sia altro da aggiungere“.Giuliano Mignini che ora è sostituto Procuratore Generale, recentemente ha trattato il tema della pressione mediatica sul processo. Distinguendo due fasi. Nella prima è stata data un’immagine falsata di Amanda : ”ma quale donna fatale mangiatrice di uomini ? Tutto sbagliato , era appena una ragazzina…”. Nella seconda gran parte dell’informazione globalizzata al contrario “si è rivolta contro gli inquirenti e contro una città del tutto incolpevole e calunniata da chi non la conosceva”.
Amanda Knox ha detto che si è sbagliata nel ritagliare su di lei la figura di un mostro…
“Per anni, dentro e fuori il processo si è detto che ero un mostro per come portavo avanti il lavoro … ci voleva Amanda Knox per dire che non era vero, suvvia…”
La ragazza di Seattle adesso dice che lei ha cercato di gare giustizia a Meredith…
“ Come sopra: ci voleva Amanda per affermarlo. Il mio mestiere è quello di ricercare la verità. E questo ho fatto. Non solo per via della Pergola, ovviamente. Ho sempre svolto il mio lavoro con onestà. Non mai avuto ostilità nei confronti di alcuno, indagato, imputato, condannato o assolto che sia stato”.
(da Il Messaggero del 16 giugno 2019)
Le fondamenta della giustizia sono la verità e la legge. Nella motivazione altrimenti ragionevole dell’assoluzione della Corte di Cassazione dal 7 settembre 2015, questa frase è:
“…un pronuncia della Corte europea favorevole alla stessa Knox,…, non potrebbe in alcun modo scalfire il giudicato interno,…, considerato che le calunniose accuse…al Lumumba,…, sono state da lei confermate anche innanzi al Pm, in sede di interrogatorio, dunque in un contesto, istituzionalmente, immune da anomale pressioni psicologiche; e sono state confermate anche nel memoriale a sua firma,…; e furono persino ribadite, dopo qualche tempo, in sede di convalida dell’arresto del Lumumba, innanzi al Gip procedente.”
Ma di nuovo in avanti: La conferma delle accuse al Lumumba innanzi al GIP non esiste! Questa è una pura invenzione! E i giudici di Strasburgo comprendono le memoriale come tutti che hanno imparato un po l’inglese: Subito dopo gli interrogatori ci sono solo revoche!
La prima parte può essere compresa in questo modo: Il rispetto della legge – secondo CEDU anche diritti umani – non è necessario innanzi al pm. Nel mio paese, Austria, questo modo di pensare è chiamato “Rechtsbeugung (piegamento della legge)” ed è esso stesso una violazione della legge. Entrambe le basi, verità e legge, sono ferite!
L’importanza dei diritti umani consiste nell’evitare un terrificante scandalo giudiziario chiamato “caso Amanda Knox”. Non ci sarebbe stata alcuna accusa contro Lumumba con un avvocato agli interrogatori, nessuna conferenza stampa “caso chiuso” immediata, nessun reperto 36, solo pochi giorni dopo la soluzione del triste ma non complicato “caso Meredith Kercher”. Voi e io non avremmo mai sentito i nomi di Patrick Lumumba, Raffaele Sollecito e Amanda Knox!
Questa è solo una piccola parte delle assurdità accumulate in questo e in molti altri casi di giustizia italiana. O come Amanda Knox conclude profeticamente il suo primo memoriale del 6 novembre 2007: “…,and so I have nothing but lies to be afraid of.”