martedì, Febbraio 25, 2020 Categoria: Cronache

In silenzio le mafie corrompono e si prendono l’economia : la battaglia di Libera in Umbria

di Walter Cardinali –referente regionale Libera

(PERUGIA, assemblea del 24/02/2020)

Fai quel che devi … succeda quel che può! Sono giorni che mi frulla per la testa questa frase che tante volte dal lontano 2008 mi ripeteva ad ogni occasione il mio amico indimenticato ed indimenticabile Roberto Morrione, fondatore di Libera informazione, ma soprattutto, ideatore e richiedente, insieme a tutti noi, la prima commissione regionale antimafia, tra le prime ad essere istituite in Italia, qui in Umbria.Si avete capito bene erano 12 anni fa e noi, già da anni, avevamo la sensazione,  in verità confermata dai fatti, che la nostra regione fosse diventata un luogo appetibile per le varie mafie del nostro paese.Da li a poco, e precisamente nel 2010 scoprivamo che la camorra aveva acquisito vari beni, al punto che organizzammo una prima assemblea pubblica simile a quella che abbiamo pensato per oggi, a Ponte san Giovanni, esattamente il luogo in cui avevano scelto di fare i loro sporchi affari.

Ci sembrò in quel momento, che compito primario di un’associazione come Libera, fosse quello di raccontare quello che succede e cercare di creare gli anticorpi, insieme a tutti i cittadini responsabili, con azioni concrete. Per fare questo ci sembrò che l’esempio pratico fosse la cosa più utile e  comprensibile. Per 5 anni abbiamo organizzato, in un bene confiscato alla ‘ndrargheta i nostri campi di volontariato estivi che hanno coinvolto centinaia di giovani da tutta Italia ma che soprattutto ci hanno permesso di raccontare e far capire ai nostri corregionali il danno che le mafie procurano quando arrivano e si insediano.“L’Umbria è un territorio, a torto, ancora ritenuto da taluni un’isola felice, è invece in via di progressiva mafizzazione.”Queste non sono parole mie ma le parole pronunciate dal GIP di Perugia Alberto Avenoso e scritte nell’ordinanza di custodia cautelare a carico degli indagati nell’operazione “Quarto Passo” del dicembre 2014.Oggi, più di 5 anni dopo, possiamo aggiungere che l’Umbria è una regione nella quale la colonizzazione da parte della ‘ndrangheta ha fatto passi da gigante. In effetti, a rileggere le carte delle varie operazioni svolte dalla magistratura e dalle forze dell’ordine nel nostro territorio, a partire dall’inchiesta NAOS DEL FEBBRAIO 2008, PER FINIRE CON le due inchieste DEL DICEMBRE 2019, appare una situazione nella quale tornano, a distanza di decenni, identici nomi di indagati, medesime consorterie criminali provenienti dagli stessi luoghi della Calabria.Mai avremmo immaginato che il fenomeno assumesse, nella nostra regione, dimensioni così invasive e che riguardasse quella che oramai è da tutti riconosciuta la criminalità più potente, violenta e pericolosa che esiste al mondo … la ‘nrdangheta.Non c’è oramai, un pezzo del territorio regionale che non sia toccato, come dimostrano anche le recenti indagini della DDA di Catanzaro .Da qui la necessità di questa assemblea pubblica; non possiamo più permetterci di girarci dall’altra parte e fare finta di non vedere ciò che sta accadendo sotto gli occhi di tutti.Ognuno deve fare consapevolmente la sua parte, LIBERA ha l’obbligo, pur con tutti i suoi limiti e le sue fragilità, di combattere l’indifferenza generale promuovendo meccanismi di cittadinanza attiva. Questi possono generare i famosi anticorpi ed impedire alle metastasi mafiose di attaccare ulteriormente il nostro tessuto sociale ed economico. La presenza, in un territorio, di cittadini informati e consapevoli, è infatti, un potente antidoto contro la criminalità organizzata e contro ciò che generalmente la precede e ne prepara il terreno, cioè la corruzione.Ci sarebbe bisogno di riflettori accesi, di una informazione che oltre agli scoop e ai titoloni che durano 48 ore sappia e voglia andare a fondo delle situazioni e far si che una opinione pubblica, che a volte ci sembra dormiente, possa trovare gli stimoli per occuparsi del bene supremo, cioè quello comune.

A proposito di ciò, ci fa impressione, ogni volta che entriamo in tribunale e assistiamo alle udienze di “Quarto Passo”,dover constatare la distanza siderale tra ciò che accade in quell’aula ed il resto della cittadinanza, che sembra ignorare la presenza di questi fenomeni nella nostra Regione.Tra l’altro, ed è la cosa che più ci allarma e che si verifica per la prima volta è che anche la politica viene lambita da questi fenomeni così come si evince dalle dalle intercettazioni telefoniche tra ‘ndraghetisti.Voglio precisare in maniera netta ed inequivocabile che NON ci sono avvisi di garanzia o indagini in corso che riguardino questo livello, ma il fatto che nomi di politici che ricoprono importanti incarichi pubblici e che rappresentano non una parte ma tutti i cittadini dovrebbero,  secondo noi, sentire l’esigenza di farsi da parte per  dimostrare quello che noi speriamo sia, la LORO totale estraneità a qualunque fatto criminoso.Mi rendo conto che non è facile e non è semplice ma chi si assume l’onere e l’onore di rappresentare gli altri cittadini, DEVE avere anche il coraggio dell’umiltà e l’assunzione della responsabilità che può comportare anche il dover scegliere delle cose oggettivamente dolorose, ma che impongono a chi si assume certi ruoli anche queste decisioni.  A proposito di ciò ci dispiace veramente, avendo partecipato tutti noi al consiglio comunale in cui si discuteva di questa vicenda, aver dovuto sentire che di fronte ad argomenti di questa gravità si siano accampate argomentazioni di tipo tecnico per non prendere decisioni che erano e sono di tipo esclusivamente politico.A parte queste riflessioni amare, fatte a voce alta, voglio però anche far emergere le cose positive che da questi fatti potevano nascere e sono nate.Primo fra tutti la ricomposizione in tempi rapidissimi della commissione regionale antimafia che speriamo possa proseguire il buon lavoro svolto negli anni  passati dalle precedenti commissioni.A proposito di ciò, e sulla scia dello scossone provocato dalle ultime indagini, vari consigli comunali, tra cui quello di Perugia, si sono mobilitati per creare al loro interno delle specifiche ed ulteriori commissioni di indagine.A parte il plauso e la constatazione della buona volontà dei promotori, dobbiamo però dire con chiarezza che secondo noi , sarebbe il caso, anziché moltiplicare organi che da soli poco possono fare,  immaginare forme di sinergie e delle di collaborazione tra i comuni e la commissione Regionale.Consideriamo che L’Umbria è una regione di 900.000 abitanti, cioè un quartiere di Roma ed un territorio relativamente piccolo.A conclusione di questa mia breve introduzione, mi piace citare GRAMSCI che definiva l’indifferenza, che secondo noi è causa del proliferare delle mafie, come il peggiore di tutti i nostri atteggiamenti. “L’indifferenza è abulia, vigliaccheria, parassitismo, è il peso della storia…è la palude che recinge la vecchia città e la difende  meglio delle mura più salde. Perciò odio gli indifferenti…anche per il loro  piagnisteo di eterni innocenti…Vogliamo scuotere i dormienti “.

 

Noi ci siamo e ci saremo, ma abbiamo bisogno di tutte le persone consapevoli, che capiscano che il destino di ciascuno e di tutti dipende anche da noi e dalla nostra voglia di impegnarci perché sia possibile, immaginare un mondo libero dai prepotenti, e che consenta a ciascuno di vivere una vita piena e degna di essere vissuta.

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