Archivio: sette vescovi e un autovelox
“Eminenza, da buon cattolico, le dico che questa multa non gliela può togliere neppure la Madonna perchè l’autovelox non assolve neanche chi si pente ”. E il poliziotto per sottolineare che la sua non è mancanza di rispetto, ma la sottolineatura di un dato di fatto, bacia l’anello del vescovo e scatta sull’attenti . Poi si allontana con una copia del verbale di contravvenzione appena conciliata. Del resto le parole circospette ma gentili dell’alto prelato non era stato proprio un tentativo di corruzione così come è stampato nel codice penale. Era stato un sommesso invito a chiudere un occhio perché altri sei monsignori , in fila dietro la sua auto color canna di fucile , avevano commesso lo stesso peccato stradale. Ma in buona fede , a fin di bene, non per trasgressione. Per la nobile motivazione che aveva spinto il convoglio ecclesiastico a muoversi con qualche libertà in più. E poi il religioso ha provato a intercedere non per sé o per gli altri suoi colleghi in abito talare : no, c’era da salvare la patente e i lavoro a sette autisti.
Succede il pomeriggio del 22 maggio 2000. Sette vescovi di altrettante diocesi hanno da sbrigare una serie di partiche in vari palazzi vaticani. Le cose vanno per le lunghe più del previsto. Si è fatto tardi, corrono il rischio di non arrivare per tempo a Collevalenza dove il cardinale Camillo Ruini avrebbe aperto la quarantasettesima assemblea della Conferenza Episcopale Italiana. Devono esserci a tutti i costi, l’assemblea è uno dei momenti più importante della vita dei capi delle chiese particolari. E dunque ecco il corteo che uscito dall’autostrada ad Orte imbocca la E/45 , la quattrocorsie che punta su Todi e quindi sul santuario di madre Speranza, ignorando tachimetro e l segnaletica.Il guaio, per loro, è una pattuglia della stradale, nascosta in una piazzola, ma con l’autovelox ben messo. Sfreccia la prima autoblù ed è sopra i 137 chilometri orari. Il limite in quel tratto è novanta. La tolleranza è di sette chilometri, al massimo. La pattuglia segnala l’infrazione ai colleghi piazzati un paio di chilometri più avanti, che la ferma . Poi in rapida successione altre sei segnalazioni. Una processione di limiti di velocità superati che non s’era mai vista prima. Un contrattempo per il quale mancano l’appuntamento con il loro presidente. Chissà come la prenderà il cardinale. Agli autisti viene ritirata la patente e tutti avranno da pagare una multa di 606.000 lire. Una batosta per loro, dipendenti di curia , lavoratori senza lavoro e senza cassa integrazione. E’ probabilmente l’insorgere di questo imprevista evenienza che ha spinto uno dei prelati a chiedere venia al capopattuglia. Magari invocando la Madonna. Da qui la risposta dell’uomo della Stradale a proposito delle mani legate della Vergine rispetto all’autorità, tutta terrena, dell’autovelox. Comunque i vescovi dopo qualche ora sono a Collevalenza Gli agenti, cordiali, hanno rilasciato agli autisti i permessi per accompagnarli a destinazione. Lungo il tragitto, mai sopra i 50 orari, ben sotto al consentito.
( da il Messaggero-5 aprile 2020-)