Gaia Servadio e il mistero della Molotov di Avigliano Umbro
Il 25 settembre 1992 brucia un’auto nel parcheggio mentre all’interno del ristorante un gruppo di amici consuma un pasto di prodotti tipici. La berlina di Gaia Servadio è in fiamme, perché è stata colpita da una Molotov lanciata da uno sconosciuto che probabilmente non era solo. Gaia Servadio, che da Padova dove è nata si è trasferita a Londra nel 1956, è già l’italiana più amata dagli inglesi e la stima per la sua attività giornalistica e di saggista cresce ovunque di successo in successo. Spesso è in Italia e nel piccolo comune di Avigliano ha una base dove trascorre periodi di riposo quando sente il bisogno di ricaricarsi nella quiete della campagna umbra. Come le altre sue abitazioni anche questo casolare ha la porta sempre aperta. A varcarla un piccolo mondo della cultura internazionale che si è ritrovato ad avere un punto di riferimento tra Todi e Orvieto: Beverly Pepper, Ben Gazzara, Enzo Siciliano, Peter Stein, Jane Kramer, Stephen Ward, Carone, Kulakov, Messeguè.Gia“Incontri assolutamente informali e senza sconfinamenti nella mondanità”, alcuni raccontavano allora. Incontri come laboratorio di idee, sintetizzavano altri. La bottiglia incendiaria arrivata dal buio provoca pochi danni, ma tanto rumore. Per la popolarità del bersaglio, per l’ambiente in cui si muove e, soprattutto perché non si trova un movente specifico.” Mio padre era ebreo, cattolica la famiglia di mia madre; io non sono mai stata minacciata per questioni raziali o religiose” spiegò conversando con alcuni suoi colleghi. Aggiunse: “non ho nemici per la mia attività e non so dare un significato a questo gesto. Probabilmente è solo teppismo fine a sé stesso”. Di sicuro la bomba incendiaria non ha cambiato di una virgola la sua vita; il suo ultimo lavoro “Giudei” è della primavera scorsa. Contemporaneamente alla ipotetica pista antiebraica ne affiora un’altra altrettanto ipotetica. Ad Avigliano Umbro Giulio Rapetti, il grande Mogol, sta per aprire il Cet, la scuola europea per cantautori che ha realizzato nella frazione di Toscolano con un corposo investimento economico e ricadute positive per una buona fetta di quel territorio. Una realizzazione che, nel tempo, ha però suscitato polemiche e scontri tra favorevoli e contrari fin dentro il consiglio comunale. È il sindaco Emilio Egizi- che ha sostenuto il progetto di Mogol- a battere questo tasto. Il riassunto dell’opinione che espresse allora:” l’incendio dell’auto della signora Servadio è probabilmente il gesto isolato di un qualche balordo, ma potrebbe essere anche figlio di quel clima di diffidenza che è serpeggiato da quando Giulio Rapetti ha esposto le sue intenzioni “. Insomma una Molotov contro un mondo percepito come corpo estraneo. Il colpevole non è stato identificato, le indagini si sono arenate per mancanza di movente e di indizi, da anni la scuola di Mogol va a gonfie vele, Gaia Servadio – che venerdì è deceduta a Roma all’età di 83 anni- ha continuato a scrivere libri di successo e a presentarli anche al Festival di Todi, visto che il rapporto con l’Umbria non si è mai interrotto. Sandro Pertini l’ha insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica. Giorgio Napolitano l’ha promossa Commendatore. La prima delle sue tre figlie è l’ex moglie del premier inglese Boris Johnson. Che non le era mai piaciuto. ( da ” Il Messaggero”)