Archivio: storia della grande spoliazione della Madonna del Bagno
La grande spoliazione del santuario della Madonna del Bagno avviene con un raid impietoso la notte 4 settembre 1980. E quando, prima della fine di quell’anno, una piccola parte delle 204 formelle votive trafugate viene ritrovata c’è chi grida al miracolo anche se è opera prevalente di un informatore dei carabinieri. Altri recuperi avverranno successivamente, l’ultimo nel 2011, lenta ricomposizione di un puzzle sulla quale nessuno avrebbe scommesso un centesimo. Sono ancora tante le maioliche devozionali che devono tornare al loro posto, finite, attraverso i meandri del mercato clandestino tra i pezzi pregiati di collezionisti italiani e stranieri, insospettabili ricettatori dell’arte rubata. Sta di fatto che ad ogni ritrovamento , se di poche unità fa lo stesso, la devozione popolare ringrazia chiunque l’abbia favorito con messe e processioni, Per mantenersi nel canovaccio di una storia che dalla metà del ‘600 intreccia fede, tradizione e abilità artigianale. Perché non si può escludere a priori che qualcuno dal cielo, la Vergine che si ritiene direttamente interessata, dia , comunque, sempre una mano. Dunque, il 1980. Sono in quattro , forse in cinque e fermano il loro furgone davanti al Santuario della Madonna del Bagno ( o dei Bagni ). Che ha una particolarità: scarsamente illuminato, senza un adeguato sistema dall’allarme, contiene un tesoro unico nella sostanza e nelle dimensioni: ottocento formelle nelle quali gli artigiani della vicina Deruta nel corso dei secoli hanno saputo rappresentare ( e continuano a farlo ) come in un solo quadro di fumetto, una grazia ricevuta, un pericolo sventato , una guarigione, una carestia evitata , una morte o più morti tenute lontane. La Madonna dei Bagni comparve per la prima volta, alla metà diciassettesimo secolo, raffigurata in un coccio di tazza di maiolica. Il prodigio iniziale, secondo la tradizione, fu a favore di un certo Cristofono di Casalina che ne radicò il culto che a sua volta fece crescere il santuario. I ladri sanno come muoversi e sanno che più maioliche porteranno via, più alta sarà la loro paga: evidentemente è un furto su commissione per alimentare certi traffici criminali che non conoscono crisi. Trapani, martelli, scalpelli in una sacca, eccoli che si avventano sugli 800 ex voto esposti alle pareti della chiesa. Ne portano via 204 e 40 sono in frantumi sul pavimento perché non hanno resistito ai colpi inferti per il distacco. Mesi di silenzio poi qualcuno parla e fa ritrovare , disseminate tra Roma e Napoli un discreto numero di formelle. Si accende la speranza di poterle riavere tutte . Il 18 luglio 1981 in una casa cantoniera lungo la via Appia c’è un motivo per far festa: 21 piastrelle trafugate sono lì e tornano a casa . Operazione dei carabinieri. Probabilmente c’è stato un passaggio di mano tra ladri e ricettatori. Che rimangono sconosciuti. A metà maggio del 1984 la Guardia di Finanza arriva alla Madonna dei Bagni con 24 maioliche votive appena rintracciate. Poi anni di silenzio fino al 2011 quando nelle Marche durante la demolizione di una casa l’intonaco rilascia un’altra formella derutese. Gli ottimisti lo interpretano come un segno di speranza per i recuperi futuri che con l’aiuto del Cielo o degli informatori ci saranno.