Via della Pergola diventa via Meredith ? Mignini incontra Rudy?
C’è a Perugia una via che potrebbe cambiare nome per ricordare un terribile fatto recente , l’aggressione e l’uccisione della studentessa Meredith Kercher, la notte del primo novembre 2007. La strada da sottoporre all’eventuale aggiornamento toponomastico è via della Pergola, memoria di un’ antica presenza vegetale. Poche decine metri d’asfalto, una notevole mole di traffico, l’Università per stranieri ad un passo, e una forte capacità evocativa proprio per il suo essere in qualche modo prossima alla scena del crimine. Al civico sette c’è infatti un cancello oltrepassato il quale, un viottolo imbrecciato porta alla casa intonacata di bianco dove è avvenuto il delitto. Meredith lì dentro condivideva gli spazzi con alcune studentesse italiane e lì dentro è stata spenta la sua breve esistenza perugina. Quel tratto di strada , quella villetta sotto il piano di scorrimento delle auto, è stato visto, rivisto, analizzato e commentato in tutto il mondo. Sono pochi i casi che hanno avuto una copertura mediatica globale come le indagini e i processi per l’assassinio della giovane inglese. Dedicare una via e proprio via della Pergola è una proposta del pubblico ministero di allora, Giuliano Mignini che dopo aver coordinato le indagini, ha sostenuto l’accusa con la collega Manuela Comodi nelle aule dell’Assise. Ne ha parlato a margine di un convegno. Il magistrato che ora è in pensione all’intera vicenda processuale ha dedicato un libro di prossima uscita. E proprio per questioni legate all’editoria nelle prossime settimane potrebbe incontrare Rudy Guedè, l’unico condannato per il crimine di via Pergola e che recentemente ha saldato tutti i suoi conti con la giustizia. Uscito dal carcere da ex detenuto modello con la laurea, avrebbe manifestato l’intenzione di mettere su carta la sua esperienza , l’infanzia difficile, il lavoro incerto, la fuga dopo che-come ha ripetuto più volte- quando si è reso conto visto che gli era impossibile salvare la vita della vittima di almeno tre persone, due delle quali sono da identificare- stando alla Cassazione- dopo che Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati definitivamente assolti. Pare sia in programmazione un incontro, un faccia a faccia completamente diverso per motivazione e ambiente da quelli delle indagini preliminari e dei confronti dibattimentali. E sarebbe la prima volta che l’ex imputato incontra fuori dal contesto processuale il suo ex piemme. Non se ne conosce la ragione. Entrambi adesso scrivono libri o sono in procinto di farlo: è un indizio. Singolare, e segno che la narrazione quindici anni dopo ancora può rivelare sorprese. L’incontro con Rudy Guede è diventato un’ipotesi mentre l’idea di Giuliano Mignini si incammina per i percorsi amministrativi, e quindi tecnico-politici, per verificare se è possibile che via della Pergola diventi via Meredith Kercher. Le vittime dei delitti in genere sono le prime ad essere dimenticate. Permangono le memorie delle storie più atroci, dei casi irrisolti, dei personaggi che hanno avuto ruoli rilevanti, anche quello di assassino. La vittima no, finisce rapidamente nell’oblio. La borsa di studio istituita da Palazzo Gallenga è un momento importante per conservare la memoria dei fatti e delle persone. L’intitolazione di una via, quella via, lo ha detto il magistrato che per primo è entrato nella stanza della morte, potrebbe aiutare a non dimenticare, Non solo Meredith, ma tutte le vittime della violenza.
(da Il messaggero)