Il pg Sergio Sottani: ecco la parte criminale dell’Umbria
( ANSA)- Perugia-27/01/2024-“In Umbria deve inquietare una criminalità economica diffusa che, come tale, pur non essendo diretta espressione di associazioni ne costituisce terreno fertile sia per l’infiltrazione che per un omertoso dialogo delinquenziale”: lo ha sottolineato il procuratore generale di Perugia, Sergio Sottani, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Il magistrato ha ricordato “l’accordo collaborativo tra la Corte d’appello e la procura generale” e ha ricordato come “con gli uffici requirenti si sono adottate buone prassi organizzative e si sono tenuti incontri di autoformazione in tema di violenza di genere, linguaggio giudiziario, intelligenza artificiale, esecuzione penale, procura europea, riforma del processo civile e crisi di impresa”.
Parlando dei fenomeni criminali che destano maggiore preoccupazione nel territorio regionale il procuratore generale ha fatto riferimento al traffico di droga, ai furti in abitazione e alle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico e finanziario.”Si allude – ha spiegato Sottani – a tutta una serie di reati in allarmante aumento, quali quelli di falso in bilancio, violazioni finanziarie, autoriciclaggio e, soprattutto, bancarotte fraudolente patrimoniali. Per quanto riguarda specificamente i reati commessi in contesti familiari, sono diminuiti i reati di violenza di genere e quelli di stalking, mentre sono rimasti pressoché stazionari i maltrattamenti in famiglia. Sempre alto l’impegno sui reati in materia di infortuni sul lavoro, ambientali, informatici e contro la pubblica amministrazione. La popolazione detenuta rimane pressoché stabile nei quattro istituti carcerari umbri, con problemi di sovraffollamento per Orvieto e, soprattutto, Terni, dove il numero di suicidi nella casa circondariale desta enorme preoccupazione”.
“L’opinione pubblica nutre sempre meno fiducia nell’amministrazione della giustizia” ha detto ancora Sottani.
“La risposta della magistratura – ha aggiunto – non può essere ipocrita, nel vano tentativo di giustificare condotte deontologicamente scorrette, né pavida, nel timore di urtare il potente di turno”.