I delitti di Alleghe ,il carcere di Perugia, la grazia di Pertini
Nel carcere femminile di Perugia, il 10 gennaio 1981 arriva con un provvedimento di clemenza del presidente della repubblica Sandro Pertini l’ultimo atto dei misteri di Alleghe , cinque omicidi avvenuti tra il 1933 e il 1945, due dei quali furono considerati suicidi, casi irrisolti per un tempo lunghissimo. Solo negli anni Sessanta, dopo un’inchiesta giornalistica di Sergio Saviane e le indagini sotto copertura del brigadiere dei carabinieri Ezio Cesca, si scoprì che c’era un filo rosso che collegava tra loro quelle morti, che c’erano più mani assassine e un unico movente : tre persone furono condannate all’ergastolo e una quarta ebbe trenta anni di cui sei condonati per la collaborazione con gli inquirenti. Tra gli ergastolani, Adelina Da Tos che carcerata nel capoluogo umbro, fu, appunto, graziata dopo aver scontato più di venti anni della pena che le era stata inflitta. L’accusa: concorso nell’omicidio di una sua cognata. Probabilmente l’anello debole della serie omicidiaria che dalla tranquilla cittadina del comprensorio dolomitico in provincia di Belluno è deflagrata in decine di pubblicazioni e ha conquistato posizioni negli annali dei grandi fatti di cronaca nera. A Perugia la donna racconta poco e parla con sofferenza del passato con le compagne di detenzione . Si confida , a volte, con le suore alle quali racconta della sua gioventù , di Alleghe e del bel lago che attira tanti turisti. La serie criminale ha inizio il 9 maggio 1933 con la morte di Emma Ventura , cameriera all’Albergo Centrale. Poi viene trovata senza vita Carolina Vinazzer che aveva appena sposato il macellaio Aldo Da Tos, fratello di Adelina. Il 18 novembre 1946 invece Luigi e Luigia Del Monego vengono uccisi a colpi di pistola; per rapinali dell’incasso della loro bottega, si disse. Il filo rosso: la proprietaria dell’albergo del paese ha un figlio da una relazione fuori dal matrimonio; il bambino viene affidato ad una famiglia di Venezia; diventato adulto il ragazzo reclama la sua parte delle proprietà della madre; lo trova cadavere nei sotterranei dell’ albergo Emma Ventura che per questo viene eliminata e il delitto del giovane rimane irrisolto;; Carolina Finazzer, non da garanzie sulla tenuta del segreto e a strangolarla è il marito di Adelina, Pietro De Blasio con l’aiuto dei fratelli Da Tos. I coniugi Del Menego erano stati fatti fuori perché avevano visto Aldo Da Tos caricarsi sulle spalle il cadavere della moglie. A sparare , secondo l’accusa è lui con Pietro De Blasio e un certo Giuseppe Gasperin, l’uomo che alla, fine confesserà dando la svolta decisiva alle indagini. Il brigadiere Ezio Cesca aveva fatto un buon lavoro: fingendosi muratore e frequentatore di osterie, era diventato amico di Gasperin che gli fece le prime confidenze sulla sua esperienza di omicida di qualche anno prima. La sentenza: ergastolo per fratello, sorella e cognato ; trenta anni al complice dell’agguato del ’46. In via Torcoletti Adelina Da Tos è una detenuta modello: ricama, aiuta le altre, svolge i compiti che le suore le affidano per il buon funzionamento dell’istituto, alcuni parenti di Pavia non l’hanno abbandonata e la vengono e a trovare di tanto in tanto. È anche per questo nuovo capitolo che la richiesta della grazia ha un iter spedito. Poi le carte della libertà firmate da Sandro Pertini che arrivano nel 1981 quando lei ha 73 anni. Muore nel 1988.