Piccole storie nere: processo alle Brigate Rosse
27 novembre.15 febbraio 1982. Sono due giorni della storia recente di Perugia nei quali la città si blocca per un processo. Primo e secondo grado di un processo che ferma tutto perché il dibattimento è difficile, imprevedibile, a rischio per giudici ed avvocati, per la sicurezza pubblica. Anche se i reati contestati non sono reati di sangue. Niente di mediatico in questa perugia sotto assedio. Vengono processati Renato Curcio,Alberto Franceschini,Roberto Ognibene, Giorgio Semeria e altri otto terroristi di spicco del nucleo storico delle Brigate Rosse. Devono rispondere di vilipendio della costituzione,del governo,di magistrati in udienza,di istigazione a delinquere. Reati commessi durante un precedente processo che s’era tenuto a Firenze. C’è tensione in aula. Alcuni brigatisti diffidano i difensori di ufficio, non accettano le regole del processo e lo vogliono far saltare, altri minacciano i primi pentiti, leggono proclami contro di minacce lo Stato e i ai suoi rappresentanti. Il processo si fa: le condanne del primo grado vanno dai due ai cinque anni; in appello verranno ridotte per via della continuazione con reati gia giudicati e le pene scendono per tutti a pochi mesi di carcere.