piccole storie nere: toghe sporche a Perugia
E’ facile incontrare in piazza Matteotti,in corso Vannucci, in via delle streghe, dove c’è la direzione distrettuale antimafia,personaggi che stanno da protagonisti negli snodi del potere. Lorenzo Necci,potente manager delle ferrovie,il costruttore Domenico Bonifaci,il finanziere svizzero Pier Francesco Pacini Battaglia,l’imprenditore Giuseppe Ciarrapico, Nicolò Pollari, generale della guardia di finanza informato dei fatti,magistrati, come Renato Squillante. Sono qui quando corre l’anno 1996- perchè a vario titolo- indagati o testimoni- toccati o sfiorati dalla tangentopoli due,un sistema di mazzette e favori che ruota intorno alla corruzione sistematica di alcuni giudici romani. Perugia è competente a indagare sui reati che coinvolgono i magistrati della capitale. Per questo i 500 fascicoli dell’inchiesta avviata a La Spezia sono stati spediti con un furgone negli uffici dei pubblici ministeri Fausto Cardella,Michele Renzo e Alessandro Cannevale. La piccola Perugia come la grande Milano ai tempi della Tangentopoli uno, quella di Mani Pulite e alla fine quarantacinque persone vanno a giudizio. Dieci anni più tardi però la maggior parte dei reati cade in prescrizione. Molti degli indagati sono prosciolti,Squillante ed altri magistrati sono assolti nel 2007. E’ il 2010 quando c’è l’assoluzione di Pacini Battaglia e dei figli di Lorenzo Necci,morto quattro anni prima della sentenza,in un incidente della strada. Tangentopoli è un reperto antico. A Perugia sono arrivati o stanno per arrivare altri fascicoli romani, la scalata alla Bnl,il G8, le Grandi Opere e vari sospetti di malaffare dei colletti bbianchi.Malaffare comunque milionario. Cambiano nomi e personaggi. I reati sono quelli di una volta.