Piccole storie nere: l’arsenale delle Brigate Rosse
Febbraio 1982. C’è una forte offensiva delle forze dell’ordine contro la colonna romana e l’ala militarista delle brigate rosse. Il due febbraio 1982 la polizia è a Città della pieve e cerca armi. Arresta due coniugi. Lui Federico Ceccantini, lo prendono mentre fugge da un casolare;lei, Daniela Bricca, mentre insegna a Perugia.Si dichiarano prigionieri politici. Il 4 febbraio Luigi Scricciolo sindacalista della Uil,esperto di politica internazionale,pendolare con Roma da Castiglione del Lago,è accusato di essere un fiancheggiatore delle Br. Anche il cugino,Loris che abita a Moiano è sotto inchiesta da tempo. Il 6 febbraio a Moiano è emergenza.Hanno trovato un deposito che potrebbe armare di una grande capacità di fuoco un commando di molti terroristi. In una buca ci sono sette bombe anticarro,un lanciarazzi,ottocento cartucce,una p38,gelatina e maschere antigas. Poco lontano un mitra,una 7 e 65,60 proiettili,un paio di bombe a mano,documenti in bianco,timbri rubati. La polizia arresta un ventenne del posto-iscritto al partito comunista- Silvano Favi. E’ stata una sbandata dice agli investigatori il giovane custode delle armi. Il pci lo caccia. Gli inquirenti parlano di cellula umbra delle Brigate Rosse. E’inesatto emerge dalle indagini.L’Umbria non è una base operativa,è un deposito,un nascondiglio. Un covo tranquillo,che anche la criminalità organizzata ha scoperto negli stessi anni.