piccole storie nere:il dirottatore di vite
Luciano Porcari è sempre stato un detenuto modello. Nel carcere di Orvieto che è il carcere della sua città costruì una macchina da corsa dopo aver insegnato il mestiere di meccanico agli altri detenuti. A metà degli anni ottanta-anche per questo comportamento- ottenne la grazia dal presidente Sandro Pertini. Luciano Porcari era finito in carcere il 15 marzo 1977 con un record:protagonista del più lungo dirottamento aereo della storia.Tenne in ostaggio equipaggio e passeggeri tra la Spagna e l’Africa per cinquantamila chilometri. Voleva portare in Italia i quattro figli avuti dalla moglie figlia di un ricco e potente esponente del governo della costa d’avorio. Il due febbraio 1994 Luciano Porcari, 54 anni, è di nuovo nei guai. Ancora per i figli. Questa volta una bambina di tre anni avuta da Roberta Zanetti, 27 anni, infermiera. Il tribunale aveva affidato la piccola alla madre; lui non era d’accordo. La sera precedente un lite e un accordo raggiunto con l’intervento della magistratura. Il giorno dopo però Luciano Porcari ci ripensa. Alle 8 è nell’abitazione della convivente a Castelviscardo . Vuole la bambina. Spara un colpo di fucile alla suocera e si allontana con la donna e la figlia. Si barrica nella sua abitazione. E’ armato. Spara ma a salve contro i carabinieri che rispondono al fuoco. Si apre una trattativa. Passano alcune ore. Quando il pubblico ministero Paolo Micheli e il legale dell’uomo,Valeriano Venturi,entrano nell’appartamento il peggio è avvenuto:una coltellata al collo e un colpo di fucile hanno ucciso Roberta Zanetti.Da parecchio tempo. Un anno dopo Luciano Porcari viene condannato all’ergastolo;Due anni dopo la pena è ridotta a 26 anni di carcere. E dal carcere Luciano Porcari scrive lettere,a volte chiare, a volte sibilline. Una delle ultime è del 210, tratta del delitto di via Poma. Presunte rivelazioni che gli inquirenti mettono nel cestinato.