Piccole storie nere:la violenza dell’usura
Il fatto diventa pubblico il 18 ottobre 1994. La commerciante racconta che ad agosto torna a casa dopo aver chiuso il negozio di abbigliamento. La bloccano in tre in tre lungo la Flaminia tra Spoleto e Terni e in macchina la violentano a turno. Ventiquattro ore di tempo per pagare 20 milioni di lire , rata di un prestito preso a strozzo ad Avezzano da un’usuraia disponibile , molto conosciuta , intransigente e temuta. Ventiquattro ore di tempo altrimenti anche la figlia diciottenne avrebbe subito il trattamento inflitto alla donna per la scadenza non rispettata. La vittima non sa che fare. Teme che una denuncia potrebbe inguaiarla di più. E paralizzata dalle minacce nei confronti della figlia. Tace e paga. Tace per due mesi e poi Franca De Candia , 40 anni, racconta tutto alla procura della repubblica di Perugia. Le indagini toccano al Ros dei carabinieri che individuano l’usuraia che però viene scagionata dall’accusa di essere la mandante dei tre violentatori. Gli inquirenti accertano che ci sono stati i prestiti da strozzini. Dei tre responsabili dello stupro, nessuna traccia,solo un inutile identikit. Lo stesso reato diventa ipotetico. Passano due anni e l’inchiesta rimbalza da Perugia a Spoleto, da Spoleto a Teramo e da Teramo a Macerata- lungo la scia lasciata dai soldi dell’usura. Il processo appare sempre più lontano. Franca De Candia viene di nuovo minacciata . Crolla , ritorna nel baratro e tenta il suicidio con i farmaci. La salvano alla Rianimazione di Terni e per la donna- tra alti e bassi- comincia un’altra vita con l’impegno nelle associazioni che combattono l’usura. Sono l’ombra della persona che ero venti anni fa- ho perso tutto- fino ad oggi hanno vinto gli strozzini,ma io non mi arrendo.