Piccole storie nere: la breve lunga fuga del Lupo
Un concerto di Simon e Garfunkell è la colonna sonora dell’ultima puntata della fuga del Lupo. Il 31 luglio 2004 una cinquantenne di Reggio Emilia arrivata a Roma per il concerto lo riconosce nella zona del Circo Massimo, lo segnala ai vigili urbani, i vigili urbani chiamano i carabinieri, i carabinieri arrivano con due moto. Gli danno l’alt, lui si gira e spara. Spara e prende in ostaggio una famiglia di francesi .Spara anche uno dei carabinieri. Un colpo devasta la testa del bersaglio . Luciano Liboni ha 46 anni ed è in fuga da sempre. In fuga da monte falco dove è nato ,alla ricerca di una vita diversa ,in mondo diverso che non troverà mai. Una ricerca che gli ha dato poco e il peggio: la droga,le rapine,i furti , una caduta dopo l’altra anche su strade meno storte e più pulite , la solitudine come cifra criminale e condotta individuale. Luciano Liboni detto il Lupo- per la capacità di vivere braccato- ha un progetto balordo da portare a termine ed è spietato con ogni ostacolo vero o presunto. Tante rapine e con il bottino aprire un ristorante nello Sri Lanka dove la sua donna l’aspetta. L’ultima alternativa criminale che si è dato. L’ultima allucinazione prima della morte. Le tracce del lupo segnano una scia di sangue. Il 22 luglio 2004 la bestialità è fatta di proiettili che spezzano la vita ad un giovane carabiniere che in provincia di Pesaro gli ha chiesto i documenti. Luciano Liboni spara e uccide Alessandro Giorgioni. Due anni prima a Ponte san Giovanni di Perugia aveva sparato per ammazzare un benzinaio che lo aveva visto alla guida di un’auto rubata. L’uomo si salva ma le ferite sono gravi. E poi ancora sparatorie contro carabinieri e poliziotti a Roma e dintorni. Fino al giorno del concerto di Simon e Garfunkel.Fino a quando con gli ostaggi sotto tiro lancia l’ultima sfida: sono morto , ma questi li ammazzo. Il sangue degli altri per continuare a fuggire. Ma questa volta una pallottola lo ferma per sempre.