Meredith:assoluzioni,condanne e i binari della Cassazione
Con il solo dispositivo si può affermare che la Corte d’Assise d’Appello di Firenze ha valutato – come la Corte d’Assise di Perugia il 5 dicembre 2009 aveva valutato – sufficienti gli indizi per ritenere Amanda Knox e Raffaele Sollecito colpevoli dell’omicidio della studentessa Meredith Kercher avvenuto il 2 novembre 2007. Una decisione accidentata difficile, sofferta alla fine <<condivisa>>, come l’ha definita il presidente Alessandro Nencini con il “Corriere della Sera”. 11-12 ore di camera di consiglio per rovesciare un’assoluzione in una condanna. Ci vogliono dunque le motivazioni, che si conosceranno entro novanta giorni , per avere contezza piena delle effettive considerazioni che hanno portato gli ultimi giudici (in ordine di tempo) a stabilire in 28 anni e 6 mesi la pena per la studentessa americana e in 25 anni più il ritiro del passaporto per il giovane pugliese che ha aspetto la sentenza vicino al confine con l’Austria.
Sarà allora interessante scoprire come e in che misura la convinzione dei giudici fiorentini si è formata – al di la di ogni ragionevole dubbio-sul valore della prova scientifica e di come e in che misura questa si è intersecata con i riscontri delle indagini tradizionali. Saranno particolarmente significative , insomma,le considerazioni complessive che si potranno leggere intorno all’impianto accusatorio- che comunque appare confermato- costruito dai pubblici ministeri Giuliano Mignini e Manuela Comodi che hanno coordinato il lavoro della Polizia di Stato. Al processo di primo grado, il 5 dicembre 2009, quando le condanne furono a 26 e a 25 anni apparve più evidente l’efficacia della prova scientifica (le impronte dei piedi,le tracce di sangue,il dna sulla presunta arma del delitto, le evidenze sul gancetto del reggiseno della vittima) che i risultati delle cosiddette investigazioni comuni (varie testimonianze in particolare).
Prova tecnica che la Corte d’Appello di Perugia , il 3 ottobre 2011,ha nella sostanza disintegrato per il tramite di una superconsulenza e questa disintegrazione , di conseguenza,ha messo fuorigioco anche gli elementi di colpevolezza che la pubblica accusa ha ritenuto di trovare ascoltando il visto e il sentito di diverse persone informate sui fatti. Via il sedimento delle analisi di laboratorio, via le testimonianze, inesistente il movente, niente arma del delitto : ecco perché in Appello Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati assolti. << Non attendibili gli accertamenti >> di laboratorio sul coltello (tracce genetiche di Amanda) e sul gancetto (tracce genetiche di Raffaele) ; non si può escludere che talune evidenze si siano manifestate per contaminazione dei reperti.
L’Appello si materializza con le fattezze di una pietra tombale che copre un lavoro investigativo ridotto a macerie. Appare così. Sembra così ma la Cassazione, il 25 marzo 2013, la rimuove di peso e la scaglia lontano. Il processo va rifatto partendo dalla condanna dei due imputati. Dunque Perugia-Roma-Firenze. Assoluzione annullata <<per vizi procedurali>, secondo le difese. Assoluzione annullata perché sentenza <illogica e non adeguatamente motivata >> secondo l’accusa. E’ nelle motivazioni che la Suprema Corte usa il caterpillar per sbancare la bocciatura dei giudici di secondo grado. E lo fa elencando con puntiglio le lacune che individua in particolare sul valore dato degli accertamenti scientifici (che il primo grado, ricordiamolo, aveva tenuto in massima considerazione) e sull’ apporto alla geometria costruttiva della prova delle risultanze delle altre investigazioni. E un invito che sembra indicare un persorso obbligato: non solo si riparte dalla sentenza di primo grado, ma anche dalla sentenza che ha condannato con il rito abbreviato Rudy Guedè per omicidio volontario in concorso per valutare la posizione dei due concorrenti nel reato.
E ritiene anche non sufficientemente analizzato il movente individuato dai giudici di primo grado in una escalation di violenza sessuale che il pm Crini a Firenze leggerà/ha letto come conseguenza di una lite per altre ragioni. Probabilmente la corte nelle motivazioni né migliorerà la leggibilità.
Molti osservatori hanno visto negli argomenti del rinvio una sorta di binario sul quale far camminare il processo fiorentino.<<Avevamo la massima agibilità- chiarisce e smentisce il presidente Nencini- l’unico vincolo era di essere logici nel motivare in maniera convincente l’eventuale assoluzione >>.E’ però una breve anticipazione nel corso di un’intervista. Solo le motivazioni del secondo appello dunque ci diranno in maniera compiuta se e in che misura quel binario è stato percorso. E quale sarà la materia del nuovo ricorso in Cassazione che le difese hanno già annunciato. Se i due binari – Cassazione e Corte d’Appello di Firenze- dovessero stendersi lungo lo stesso tracciato si può ipotizzare con un buon grado di approssimazione che difficilmente la Cassazione potrà ritenere necessario, un prolungamento fino ad un’altra stazione, la terza stazione di Appello. Una diversa sezione di Firenze o la Corte d’Appello di un’altra sede giudiziaria se dovessero sorgere questioni di incompatibilità. Sarebbe come correggere se stessa su un suo precedente pronunciamento . Correzione prevista, revisione praticabile,percorso legittimo. <<Una via stretta>> l’ha definita Luciano Ghirga determinato a percorrerla per Amanda Knox quanto è determinata Giulia Bongiorno a imboccarla per Raffaele Solletico.Ma in assenza di nuovi fatti concreti in una direzione o nell’altra tutto potrebbe essere arrivato al capolinea. Ma questa potrebbe essere soltanto un’impressione.