Dal pollaio di Cannara ai circuiti mondiali del mercato clandestino dell’arte rubata: il presente,il passato.
Ritrovati dai carabinieri di Perugia in un pollaio di Cannara i vasi attici a figure rosse e con decorazioni, intarsio a foglia d’oro ,databili tra il quinto ed il terzio secolo avanti cristo ora sono sottochiave nel museo archeologico dell’Umbria. In tutto i reperti sono 36 è hanno un valore stimabile intorno ai 15 milioni di euro: un patrimonio trafugato in Puglia e trasferito in Umbria lungo i circuiti del mercato nero dell’arte. Ci sono cinque persone indagate per ricettazione, ma le indagini sembra puntino più in alto. Delle preziose ceramiche recuperate negli incarti con le pagine de “La Gazzetta dello Sport “ gli inquirenti vogliono conoscere l’itinerario che hanno seguito e le mani per le quali sono passate . E, non è escluso, le mani alle quali erano dirette. Dunque il pollaio cannarese potrebbe essere la base di partenza di un viaggio nel cuore del crimine artistico che fattura sui 5 miliardi ogni anno e coinvolge ricchi committenti che stanno dietro le quinte, tombaroli, mercanti, affaristi di ogni genere. In una quarantina di anni i carabinieri hanno sottratto a questo mercato più di un milione di oggetti di pregio. In Umbria dal 2008 ad oggi la media è sui quaranta colpi all’anno. Un trend in diminuzione rispetto ai terribili anni ’90 dello scorso secolo. La media nazionale perde circa il 6 per cento ogni anno. I furti nel 2013 sono stati poco meno di 600.I numeri mettono dunque l’ Umbria in una posizione mediana , ma le inchieste che riguardano furti e ritrovamenti sono spesso clamorosi. Come il passaggio per la città di Gubbio delle indagini sul bronzo di Lisippo che ritrovato nel 1961 misteriosamente e ben pagato arrivò al museo Paul Getty nel 1977. Fu uno sfregio, nel 1981, il distacco di cinque teste scolpite da Lorenzo Maitani sulla facciata del duomo di Orvieto. Il ritrovamento dopo 4 anni portò gli investigatori nei meandri del mercato nero controllato dalla criminalità organizzata. Furto analogo nel 1985 nella chiesa di san Fortunato di Todi, dove tre anni dopo arriva il colpo più duro: portarono via una statua lignea policroma del dodicesimo secolo: valore inestimabile. Il ritrovamento fortunatamente nel 1991 .Finirono in Giamaica-ma furono localizzate e recuperate dopo tre anni tutte le opere due tempere della pinacoteca di Bettona-che fu letteralmente svuotata nel 1997. Tra le opere fatte espatriate due tempere del Perugino. Il saccheggio di reperti archeologici è stata la caratteristica degli ani novanta. Le indagini portarono alla luce intrecci lucrosi e criminali di tombaroli, antiquari, ricchi ricettatori collezionisti. Arresti a catena bloccarono l’impennata di incursioni nelle tombe etruschi inviolate e tenute nascoste. Il fenomeno tornerà in primo piano nel 2010 con la scoperta della tomba dei Cacni a Perugia, ventitrè urne del terzo secolo avanti Cristo con pitture e dorature. I tesori dell’ipogeo furono scoperte a Roma nelle pertinenze di un siciliano benestante.