Criminalità: giocare d’anticipo sui reati
L’illegalità dei miniassegni, la sicurezza dei locali pubblici, il sequestro dei beni delle famiglie dei rapiti, l’ omicidio stradale. Sono situazioni e reati che registrati per la prima volta in Umbria hanno avuto negli anni sviluppi legislativi importanti . Genesi curiosa proprio per il contesto dove è stata scritta, una terra, allora più di ora, a bassa presenza criminale endogena per altro con uno spettro operativo limitato. Anche questo è raccontato nel volume “100 delitti- l’Umbria in mezzo secolo di storia italiana” scritto da Alvaro Fiorucci per Morlacchi editore.
Dunque i miniassegni. Sul finire degli anni ’70 dello scorso secolo in Italia andava di moda stamparsi in proprio dei titoli di carta, detti miniassegni, per far fronte ad una crisi di monete di piccolo taglio per le piccole spese, per il resto alla cassa del bar, per far funzionare le prime macchinette delle bibite o del caffè. E tutti stampavano biglietti da 10, 50, 100 lire come fossero succursali della Zecca di Stato. Qualche mese fu un’invasione. Per il sostituto procuratore Alfredo Arioti era un reato bello e buono. E su questa ipotesi si mise a lavorare. La Banca d’Italia e il Ministero del Tesoro furo d’accordo: quel fai da te cartaceo violava le norme sugli assegni circolari e sul conio delle monete.
E’ con il rogo di Todi, 25 aprile 1982, 35 vittime nel palazzo del Vignola dove era in corso la mostra dell’ antiquariato, che il legislatore si trova con le spalle al muro: una tragedia immane e un quadro normativo totalmente inadeguato. Come tre anni dopo i 64 morti dell’incendio del cinema Statuto di Torino confermeranno. Todi e Torino: il Parlamento non può più rimandare. Prevenzione e sicurezza delle manifestazioni pubbliche diventano un’emergenza da affrontare con leggi aggiornate e più efficaci.
Per i sequestri di persona c’era invece una legge già pronta, ma non ancora applicata. Dal 3 ottobre 1990, Augusto De Megni, 10 anni, nipote dell’omonimo operatore finanziario, è prigioniero dell’anonima sarda. Il riscatto che chiedono i rapitori è di 20 miliardi di lire. La Procura della Repubblica di Perugia, con Fausto Cardella, non vuole la trattativa. Vuole che sia lo Stato a riconsegnare il ragazzino alla sua famiglia, sano e salvo. Senza accettare il ricatto dei banditi. E’ così che viene deciso il blocco di tutti i beni dei De Megni. Poi c’è il blitz dei Nocs che libera l’ostaggio. Il riscatto, non è stato pagato. Il sequestro dei beni diventerà l’arma che porterà alla fine della stagione dei sequestri di persona.
Invece il reato di omicidio stradale è una recente novità del codice penale. E’ legge dal 2016. Ma il movimento di opinione che ha chiesto un inasprimento delle pene per i pirati della strada, è nato in Umbria nel 1997 quando sulle strade spoletine morirono, in due diversi incidenti, avvenuti a pochi mesi l’uno dall’altro, due giovani. Cristina Profili, al quinto mese di gravidanza, e Omar Cialucco. Furono travolti da auto impegnate in uno sconsiderato gioco mortale. Illegali gare di velocità su strade aperte al traffico. Le proteste dei giorni successivi chiesero, appunto, che l’omicidio stradale diventasse legge.