Barbara Corvi: ritorno al punto zero?
Tutto torna al punto di partenza? Al punto zero? La scarcerazione di Roberto Lo Giudice intanto ci dice che a carico dell’uomo non ci sono indizi per tenerlo in carcere. E particolarmente interessante sarà conoscere la motivazioni con le quali il Tribunale del Riesame ha ritenuto – per questa mancanza di prove- di rimettere in libertà l’uomo accusato dell’omicidio della moglie. È cioè rilevante conoscere la valutazione che i giudici hanno dato del lavoro inquisitorio della Procura della repubblica di Terni. A cominciare dalle considerazioni intorno al ruolo dei pentiti di ‘ndrangheta. E questo sarà uno snodo cruciale. Quelle motivazioni saranno un primo indizio del destino della ricerca della verità sulla scomparsa di Barbara Corvi : si torna al niente che c’era fino alla riapertura della indagini di un anno fa? Le prossime mosse procedurali della Procura della repubblica saranno altrettanto indicative. Sono trascorsi più di 13 anni: c’è ancora da aspettare.
Per un punto della situazione ecco due lanci dell’agenzia Ansa.
Riesame annulla ordinanza custodia. La donna è scomparsa dal 2009
(di Federica Liberotti)
(ANSA) – AMELIA (TERNI), 22 APR – Dopo 23 giorni di
detenzione nel carcere di Terni, è tornato libero Roberto Lo
Giudice, arrestato lo scorso 30 marzo con l’accusa di omicidio
volontario e occultamento di cadavere nell’ambito dell’inchiesta
sulla scomparsa della moglie Barbara Corvi, di cui si sono perse
le tracce, da Montecampano di Amelia, il 27 ottobre 2009. Per il
quarantanovenne il tribunale del Riesame di Perugia ha infatti
annullato l’ordinanza di custodia cautelare accogliendo la
richiesta dei difensori dell’uomo, che si è sempre proclamato
innocente.
“Non sono un assassino, come sono stato dipinto. Non sono un
mafioso e non appartengo a nessuna famiglia di ‘ndrangheta” ha
detto Lo Giudice, in una dichiarazione diffusa da Klaus Davi.
“Sono 12 anni – ha aggiunto – che non hanno fatto altro che
puntare il dito contro un marito onesto e lavoratore, infangando
la mia persona. Fatto resta che a me è scomparsa una moglie che
ho sempre amato. Non smetterò’ di chiedere giustizia”.
L’uomo in mattinata è tornato nell’abitazione di
Montecampano, in cui si è chiuso insieme alla nuova compagna e
alle figlie, chiedendo tranquillità’ ai cronisti. Fuori è stata
posta una bandiera con la scritta ‘Roberto libero.
Non nascondono la soddisfazione per la scarcerazione anche i
legali di Lo Giudice, gli avvocati Cristiano Conte e Giorgio
Colangeli. “Gli elementi vecchi e nuovi raccolti dagli
inquirenti non chiudono il cerchio” ha sottolineato Conte.
Convinto, con la memoria illustrata insieme al collega Giorgio
Colangeli martedì’ per cinque ore davanti al Riesame, di avere
“demolito” le accuse di Antonino Lo Giudice, uno degli 11
fratelli di Roberto e pentito di ‘ndrangheta, così’ come quanto
riferito agli inquirenti da altri due collaboratori di giustizia
in merito al presunto coinvolgimento del quarantanovenne nella
vicenda. “Dai pentiti sono arrivate solo suggestioni non
circostanziate” ha aggiunto Colangeli. Ora i difensori
confidano che le motivazioni del Riesame – che saranno
depositate entro 45 giorni – “propongano i tanti elementi che
testimoniano l’innocenza di Roberto Lo Giudice”.
La procura di Terni nel 2019 aveva riaperto le indagini sulla
scomparsa di Barbara Corvi dopo una prima archiviazione datata
- Tra le ipotesi degli inquirenti quella che la donna, una
volta uccisa per motivi di gelosia, oltre che economici, sia
stata sciolta nell’acido. Destino simile a quello toccato alla
cognata Angela Costantino, moglie di Pietro Lo Giudice,
scomparsa nel 1994 a Reggio Calabria. (ANSA).
(ANSA) – AMELIA (TERNI), 22 APR – È tornato nelle sua abitazione di Montecampano di Amelia Roberto Lo Giudice, scarcerato questa mattina dopo l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti il 30 marzo scorso per l’omicidio della moglie Barbara Corvi al quale si e’ sempre proclamato estraneo. L’uomo e’ chiuso in casa con le figlie e la compagna, con le quali ha chiesto di essere lasciato in tranquillità’ in queste prime ore di libertà’ . All’esterno dell’abitazione, affacciata sulla strada principale che porta al paese, è stato fissato un grande drappo dove si scorge la scritta ‘Roberto libero . “Questa vicenda ci ha colpito molto a tutti, in particolar modo a me personalmente e ai miei figli tutti. Sono 12 anni che non hanno fatto altro che puntare il dito contro un marito onesto e lavoratore, infangando la mia persona in tutti i modi” ha detto Lo Giudice in una dichiarazione rilasciata a Klaus Davi – che ne ha poi fornito il testo – collaboratore di ‘Fatti e misfatti’. “Fatto resta – ha aggiunto – che a me e’ scomparsa una moglie che ho sempre amato. Non smetterò’ di chiedere giustizia. Come ben si nota la giustizia ha fatto il suo corso e chiederò’ con tutte le mie forze che si faccia piena luce su questa vicenda triste che ci ha colpito, senza escludere nessuno. Non sono un assassino, come sono stato dipinto. Non sono un mafioso e non appartengo a nessuna famiglia di ‘ndrangheta. Io sono Roberto Lo Giudice un padre di famiglia, un uomo onesto che ha pagato fino a ieri le tasse, quindi è un mio diritto chiedere giustizia per tutto”. (ANSA). SEB-YQ9 22-APR-21 13:31 NNNN