Usura : il passato nel presente per una storia immutabile
Si uccidono uno dopo l’altro: chi con una corda al collo, chi sparandosi alla testa , chi buttandosi giù dalla rupe. Si conoscevano, nell’orvietano, che non è una metropoli, ci si conosce tutti, almeno un po’. Ma non l’hanno fatto per un progetto comune; ognuno per proprio conto ha visto nella morte la liberazione dalla morsa inesorabile degli strozzini. Lo racconta il vescovo , monsignor Lucio Decio Grandoni parlando dell’ultimo prestito a tasso zero che la Diocesi ha fatto al titolare di una cava che per un prestito di tre milioni di lire ne aveva già restituiti 60 e ancora gli usurai gli stavano con il fiato sul collo. È novembre del 1994 e il 1994 è un anno terribile : nonostante l’omertà alla quale le vittime sono costrette, il numero delle denunce in Umbria sono una quindicina . Un numero di fascicoli d’inchiesta che colloca la regione nel trend italiano che in quei giorni registra più di 5000 cravattari sotto indagine ( meno di duemila l’anno precedente), che per 1450 ( il doppio) ci sono state le manette , 563 volte mentre intascavano il bottino dei loro interessi da delinquenti . Numeri , dicono gli inquirenti che non spiegano tutto, perché questi sono dati che riguardano singoli usurai. I dati che riguardano la criminalità organizzata che gestisse il grosso del business dello strozzinaggio in quel momento sono indisponibili. Nell’Umbria che per immagine e per comodità viene descritta comunque isola felice nel 1994 succedono vari fatti significativi pur diversi tra loro : dalla caduta di personaggi e finanziarie importanti , allo stupro di una commerciante spoletina che non aveva saldato l’ultima rata pretesa da una generosa benestante abruzzese. E poi , in poco tempo, i tre suicidi generati dalla disperazione. Di fronte ad essi e al fenomeno che l’ha causati don Lucio Decio Grandoni, un vescovo del fare, organizza un ufficio della curia con il mandato di gestire quell’emergenza; si occupasse delle pratiche per attingere al fondo speciale per le vittime. La mattina del 3 novembre quando il prelato parla di usura , strozzini e suicidi rende pubblico un dato : la diocesi di Orvieto ha erogato dieci mutui da cinque milioni ciascuno a tasso zero. Ponendo a tutti i beneficiari una condizione pregiudiziale : i finanziamenti sono e saranno erogati solo dopo che la vittima avrà denunciato il suo o i suoi strozzini all’autorità giudiziaria. Dalla chiesa, insomma un doppio segnale. Che un anno dopo verrà raccolto dal Consiglio Regionale con la legge che istituisce la Fondazione Umbra contro l’usura. Una Onlus sostenuta da più soggetti pubblici e privati che diventa operativa nel giro di pochi mesi. L’anno scorso la fondazione ha aiutato 27 piccoli imprenditori in difficoltà. La scelta strategica è quella della prevenzione, ha detto recentemente il presidente Fausto Cardella. Infatti la Direzione investigativa Antimafia appena qualche giorno fa ha messo in guardia: l’usura è uno degli strumenti della criminalità organizzata non sono italiana, per assumere il controllo di attività economiche in difficoltà. Più precisamente , nel rapporto alle camere ha scritto:<< Un fenomeno che deve essere attentamente monitorato nella considerazione degli effetti della crisi pandemica che hanno ulteriormente aggravato la preesistente difficoltà economica, rendendo le realtà imprenditoriali particolarmente vulnerabili >>. ( da Il Messaggero del 26 settembre 2021)