giornalisti, crimine e criminali
Cronaca nera a 360 gradi in un confronto tra Pino Scaccia (inviato del Tg1), Italo Carmignani (inviato de “Il Messaggero”) e Alvaro Fiorucci (vicecaporedattore del Tgr Umbria ) ospiti del circolo culturale “Angelini” di Città di Castello. Il dibattito- coordinato dal presidente del circolo Luigi Chieli- si è caratterizzato per lo scambio di esperienze e di opinioni, spesso divergenti, tra i tre giornalisti sullo sviluppo dei fenomeni che hanno caratterizzato l’evoluzione della criminalità dagli anni ’90 dello scorso secolo ad oggi.
Punto di partenza i sequestri di persona, come quello di Augusto De Megni,avvenuto a Perugia e ricostruito da Alvaro Fiorucci nel libro “un bambini da fare a Pezzi” edito da Morlacchi.Pino Scaccia si è soffermato in particolare sulle caratteristiche peculiari del sequestro De Megni rispetto agli altri sequestri di persona dell’”anonima sarda” fatti nell’isola o nel continente.Italo Carmignani ha analizzato invece le ragioni della scomparsa di questo tipo di reato sostituito, in particolare in Calabria, con i delitti propri della criminalità organizzata di tipo mafioso.I tre giornalisti hanno concordato su un fatto: i sequestri di persona costano troppo e rendono poco. La criminalità guadagna molto di più con le estorsioni,il controllo del mercato della droga, degli esseri umani,dello sfruttamento della prostituzione,degli appalti pubblici,dei delitti dei colletti bianchi.