Ezio Mauro al Festival del giornalismo di Perugia
Sul palcoscenico del Pavone due poltrone. In platea e sui palchi tutto esaurito:sono giovani, soprattutto giovani che forse vogliono fare i gornalisti, che forse si occupano di comunicazione di massa, che forse stanno soltanto con gli occhi aperti su quello che gli gira intorno. Di certo si sentono cittadini con doveri e diritti . C’è una preoccupazione che li accomuna: temono che gli venga scippato il diritto ad essere informati e che vengano privati della possibilità di compiere scelte consapevoli:nel lavoro,nella società, attraverso la politica.Su una delle poltrone c’è Angelo Agostini direttore di “Problemi dell’Informazione”.Sull’ altra Ezio Mauro direttore di “La Repubblica”.E questi sono alcuni passaggi delle cose dette da Ezio Mauro, una lezione sul ruolo del giornalismo in un paese democratico.Le 10 domande di ” Repubblica “ al premier Silvio Berlusconi.<<Abbiamo posto delle questioni di capo del governo seguendo uno schema giornalistico cone avviene in ogni paese normale.Abbiamo fatto il nostro mestiere.Non abbiano fatto gossip quando ci siano occupati della festa di Casoria e di Noemi:non erano certo gossip, ma problemi seri che interessano il paese,la collettività,le dichiarazioni che Veronica Lario ha rilasciato il giorno dopo all’Ansa.Il conflitto di interessi. E’ stato sottovalutato prima e poi messo da parte anche dal centro-sinistra, eppure è una permanente anomalia tutta italiana che lavora, scava, distorce, altera il processo democratico del paese fino a voler cambiare la Costituzione adeguandola alla biografia personale di una sola persona.Mettiamo in guardia i lettori da questo rischio e diventiamo subito “antitaliani”>>. Il giornale-partito. <<Noi conduciamo una sorta di inchiesta permanente sul potere, sulla democrazia e sulla legalità, sul bilanciamento che deve esserci tra i diversi poteri. Che altro dovrebbe fare un giornale? Ecco noi siamo un giornale, punto.Il problema italiano è che questo ruolo da fastidio.Se lo eserciti diventi un nemico di quel potere che hai il dovere di controllare.La libertà di stampa.<<Certo che in Italia c’è la libertà di stampa.Il problema è la qualità di questa libertà di stampa.Chi ha protestato quando ci hanno dato del “delinquente” per le dieci domande, o quando lo stesso presidente del consiglio dei ministri ha detto agli industrialidi tagliare la pubblicità ai giornali “catastrofisti”, a noi di “Repubblica”.