il marketing territoriale e i giornalismo locale.
Alle 10,30 di venerdì 23 aprile 2010 al Centro Servizi Galeazzo Alessi di Perugia siamo una bella pattuglia con tre presenze significative,il presidente della Camera di Commercio Giorgio Mencaroni,il presidente dell’Azienda promozione Turistica Stefano Cimicchi e lo storico non banale Gerardo Gatti.Il compito è: un confronto sul ruolo dei media nella costruzione dell’immagine del territorio e del clima di opinione e sull’efficacia delle politiche territoriali.Si registrano inteventi acuti,documentati,propositivi.Si parla del caso Meredith e dei turisti che non arrivano.Dei troppi localismi mentre tocca vendere l’Umbria in un unico pacchetto tutto compreso. Di quanto ancora faccia presa san Francesco nel mondo pur incalzato da San Benedetto. Di quei grandi vettori promozionali che sono/sono stati Umbria Jazz,il Perugia in serie A e Nakatà. Di un mezzo aeroporto che non decolla e delle infrastrutture incomplete.Di uno storico isolamento che è un guaio, anzi no perchè così l’Umbria salva il suo specifico.Delle imprese che fanno eccellenze non solo con il vino e con l’olio.Di una regione che ha tante buone carte e del giro buono dove giocarle.E’ il nesso con il giornalismo , questa è una delle tante iniziative del Festival Internazionale del Giornalismo,che mi sfugge e allora consegno al dibattito una serie di ovvietà a titolo strettamente personale. Eccole:1) il compito del giornalismo non è quello di fare marketing territoriale, ma è quello di informare i cittadini; 2)il turismo per un giornalista è una fonte di notizie e in quella fonte ci possono essere buone e cattive notizie; 3) non è compito del giornalismo indicare soluzioni e piani di azione, sono compiti che spettano ad altri, alla politica per esempio ;4) il giornalismo spiega,illustra e critica le scelte della politica una volta che queste ci sono e se ne possono cogliere gli effetti nelle dinamiche sociali ed economiche che toccano da vicino lettori e ascoltatori che prima di questo sono cittadini che hanno il diritto ad essere correttamente informati
;5) attenzione agli stereotipi perchè l”Umbria tutta pace e tranquillità , cibi sani,monumenti e ambiente mozzafiato, piace tanto anche alla criminalità organizzata, italiana e straniera,al punto da impiantare qui forti teste di ponte per il controllo del mercato della droga e del traffico degli esseri umani. Attività che producono risorse finanziarie ingenti,ma da ripulire sempre qui con investimenti che dove regna la pace e la tranquillità danno meno nell’occhio. Il compito del giornalismo è quello di essere giornalismo:lo direbbe anche Frassica.Poche altre ovvietà, ma questa volta sul Festival: non sia solo un red carpet, sia anche un laboratorio che lasci qualcosa al territorio (il territorio tema dell’incontro) che lo ospita. Bene Ezio Mauro che parla del conflitto di interessi di Silvio Berlusconi, ma ci sia anche spazio per analizzare caratteristiche e qualità dell’editoria locale. Bene che i grandi maestri della professione continuinino ad insegnarci,ma ci sia spazio anche per parlare delle crisi della nostra professione e del precariato che la corrode.Bene parlare delle street tv ,ma parliamo anche dei 30 anni appena compiuti dell’informazione regionale della Rai un evento che ha cambiato radicalmente il mondo dell’informazine in Umbria.Almeno in termini di quantità di offerta.Il marketing territoriale, per favore,lasciamolo a chi lo deve fare.E’ un’altra cosa.