Caso Narducci: alla ricerca del DNA
C’è un’ordinanza di archiviazione come delitto ad opera di ignoti con il proscioglimento di tutti gli indagati per il presunto omicidio di Francesco Narducci e c’è una sentenza che stabilisce il non luogo a procedere per una ventina di indagati per i presunti depistaggi sui fatti del 1985 , ma le indagini , con l’apertura di nuovi fascicoli, non sono giunte al capolinea. I pubblico ministero Giuliano Mignini avrebbe preso a verbale persone che potrebbero aprire nuovi canali investigativi. E’ c’è-soprattutto una consulenza che l’ex generale Luciano Garofalo deve portare a termine,appena la procura di Perugia disporrà dei reperti da analizzare che sarebbero in possesso della Procura fiorentina. Questa volta le indagini scientifiche devono verificare se è possibile estrarre il Dna dalla colla che ha chiuso tre buste inviate il 1 ottobre 1985 ai magistrati che indagavano sui delitti del Mostro di Firenze,Vigna, Canessa e Fleury. Contenevano pezzi di un guanto da chirurgo,proiettili e un messaggio di minacce. Da quella colla è stato estratto-a suo tempo- il gruppo sanguigno ma non il Dna perché le tecniche di allora non lo permettevano. Ora invece, con metodologie più raffinate, potrebbe essere possibile:quel Dna- se sarà identificabile- il pm perugino vuol metterlo a confronto con quello di Francesco Narducci che aveva lo stesso gruppo sanguigno trovato nella colla delle buste anonime recapitate alla Procura di Firenze: L’ultima sfida del Mostro. Un settimana dopo ,l’otto ottobre il medico di Perugia scompariva nelle acque del trasimeno.Una coincidenza singolare.Comunque csuale.