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Pissignano Alto: 40 anni di inchieste, assoluzioni e benessere a chilometri zero
La procura della repubblica di Roma decide di assediare castello di Pissignano Alto il 27 maggio 1981. I carabinieri si inerpicano di buonora su per una delle colline più belle del panorama intorno a Campello sul Clitunno. Non devono prendere possesso del borgo che nel 1155 ospitò Federico Barbarossa. Devono molto più prosaicamente eseguire cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere per reati che fanno tremare i polsi. Antonio Meneghetti che ha lì il suo quartier generale dal 1976 e lo sta ristrutturando e ripopolando dopo averlo ribattezzato Lizori, è accusato insieme con la moglie e tre assistenti di associazione a delinquere, usurpazione di titoli, truffa e altro ancora. E’ la deflagrazione di uno scandalo: Antonio Meneghetti nel suo ambiente è considerato il padre di una nuova disciplina detta ontopsicologia che ha a che fare con la mente e con il benessere interiore. Leggi tutto…
Una faida esportata: il piombo della ‘ndrangheta in un parcheggio di periferia
I primi spari della faida tra due famiglie della ‘ndrangheta si erano sentiti a Strongoli. Pistole e kalashnikov avevano fatto fuoco in tutta la provincia di Catanzaro per stabilire chi fosse il padrone del mercato della droga e degli altri affari sporchi che danno soldi e potere. Poi il crepitìo delle armi si sentì anche più a nord. Fino a Perugia, dove il 26 aprile 1991 i proiettili 7,65 di un intero caricatore fecero l’ennesima vittima. Aveva 23 anni , si chiamava Luigi Castiglione e tre anni prima era arrivato dalla Calabria per fare il muratore a Magione. E’ un anonimo che poco prima delle 21 chiama il ”113” , camuffata la voce, sintetica la prosa : “tra Elce e San Marco ci sono un’ auto e un morto ammazzato”. Un quarto d’ora e una pattuglia individua il posto: è il parcheggio di un albergo noto più che altro per il ristorante. Leggi tutto…
L’Efebo, Messina Denaro e il Patto di Foligno
Gli uomini di Francesco Messina Denaro, padre di Matteo l’attuale imprendibile capo della mafia trapanese, si accordarono con gli emissari di un facoltoso ricettatore dopo aver trattato sul prezzo per un paio di mesi. Lo scambio, 30 milioni di lire per l’Efebo di Selinunte , un bronzo di 85 centimetri , quinto secolo avanti Cristo, trafugato il 30 ottobre 1962 dal museo di Castelvetrano, concordato a Foligno, nella bottega dell’antiquario Giuseppe Fongoli, sei anni dopo il furto. Tutto andò a buon fine, nonostante cinque pericolosi colpi di pistola e duri momenti di lotta libera. Ad aspettare gli inviati di Cosa Nostra del resto non c’erano degli innocui acquirenti d’arte. C’era un nucleo di poliziotti di alto rango. Li guidava un agente segreto , Rodolfo Siviero, investigatore e intellettuale, esperto di antichità . Leggi tutto…
Quando i maghi servono alle indagini:007 con licenza di strologare
Sarà per via di certi sedimenti culturali o per la consistenza numerica, più di 200 con almeno 15.000 clienti, che maghi, veggenti e sensitivi in Umbria hanno avuto un qualche ruolo nei fatti di cronaca più misteriosi e complessi del passato. E , sempre a modo loro, continuano ad avercelo anche oggi: 007 con licenza di strologare . In genere quando entrano in scena gli inquirenti prendono nota e li lasciano fare, ma non sono una rarità i casi in cui il paranormale indossa i panni di un apporto tecnico, magari fuori dall’ufficialità. Leggi tutto…
Le mille facce dell’usura e le chiavi delle mafie
La grande eruzione del fenomeno geneticamente carsico avviene nei primi anni ’90 e la lava trascina in superfice personaggi e storie incomparabili gli uni le altre: il potente massone, lo studente minorenne, le società fantasma, la commessa violentata , l’amico che, cash, arriva prima della banca e ti rovina. Tanti fascicoli giudiziari, troppi fascicoli da far scattare ogni allarme: finanziario, criminale, sociale. Mondi diversi sui quali però è impressa, seppure con ineguali intensità e significato , la stessa cifra: 644. Che è il numero dell’articolo del codice penale che tratta del reato di usura. Sono anni terribili, gli esperti dicono che almeno 140.000 italiani negli ultimi cinque si sono consegnati nelle mani degli strozzini .Gli usurai fatturano intorno ai 20.000 miliardi. Leggi tutto…
Il Mostro di Firenze dopo il caso dell’ex legionario
di Allan Fontevecchia –L’attesa per il completamento degli esami su una Beretta calibro 22 “ rinvenuta di recente” conferma che altre inchieste sono e restano aperte . Un appunto del Sisde prova invece che non è mai cessato l’interesse dei servizi segreti, mentre è da escludere che la catena di sangue sia attribuibile a un disegno di distrazione di massa architettato dalla destra eversiva e dagli apparati deviati. Un proiettile intatto utile per le analisi tecniche era rimasto conficcato ( e non repertato) in un cuscino della tenda delle vittime francesi , le ultime. Una sola calibro 22 ha sparato dal 1968 al 1985, convalidando precedenti analoghe determinazioni. Molti i dubbi lasciati aperti dalle sentenze definitive fin qui pronunciate. Questi ed altri significativi passaggi sono contenuti nelle motivazioni dell’archiviazione del procedimento nei confronti dell’ex legionario Giampiero Vigilanti (90 anni) e del medico in pensione Francesco Caccamo (89 anni) indagati per gli otto duplici omicidi del Mostro di Firenze. Leggi tutto…
Il rasoio di Occam e le avanguardie della mafia
Tre fatti, uno dietro l’altro, nel tempo breve di un anno, in una piccola provincia, potrebbero essere il frutto della casualità se , come vuole la teoria del rasoio di Occam, la comprensione di un qualsiasi fenomeno complesso va cercata nella spiegazione più semplice. Sulle prime infatti non c’è altro da annotare che l’accidentalità nel loro ripetersi. Poi però la Direzione Nazionale Antimafia si riunisce a Perugia e dice che l’Umbria, pur totalizzando ancora zero alla voce omicidi di stampo mafioso. non è più vergine come lo era stata fino agli anni novanta. E che i tre fatti hanno in comune non il caso ma una genesi criminale che, al contrario del teorema di Occam, richiede, per venirne a capo, la formulazione di ipotesi complesse. Almeno questa volta l’intuizione dello studioso francescano vissuto nel XIV secolo deve necessariamente essere messa da parte Leggi tutto…
A Perugia ,l’ultima battaglia del comandante Diavolo ( dal libro “100 delitti- l’Umbria in mezzo secolo di cronaca italiana”)
di Allan Fontevecchia
E’ deceduto oggi .Martedì 26 novembre 2019 aveva compiuto cento anni e tutti gli avevano fatto una gran festa. Anche Sergio Mattarella, il presidente, che l’aveva chiamato al telefono. Ma non è l’età la cifra della lunga vita di Germano Nicolini- scrive Alvaro Fiorucci nel libro “100 delitti- l’Umbria in mezzo secolo di cronaca italiana”, Morlacchi editore– . Sono, piuttosto, la guerra, la lotta partigiana, un clamoroso errore dei giudici perugini, la condanna per un omicidio che non ha commesso, il carcere, la revisione del processo, la sentenza della Corte d’appello dell’Umbria che, cinquant’anni dopo i fatti, riconosce lo sbaglio, a darci lo spessore morale di un uomo che ha combattuto la guerra di liberazione in Emilia-Romagna e, dopo, in Umbria; una lunga battaglia contro la giustizia ingiusta. L’ultima battaglia del comandante Diavolo. È la storia di Germano Nicolini, un tempo sindaco di Correggio. Leggi tutto…
1992: Tutti a caccia del terrorista fantasma diventato killer di mafia
Tra i banchi degli studenti di italiano c’è stato l’irakeno Zaid Ahmed che il 16 agosto 1971 sarà nel commando dell’attentato al volo Roma-Tel Aviv della compagnia El Al. Undici anni dopo, Alì Agca, invece si iscrive solo per coprire la gestazione dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II. Sono fatti accertati. Nell’agosto del 1992 tra gli allievi passati per palazzo Gallenga si cerca invece un killer senza identità assoldato per assassinare due ministri e un generale dei carabinieri. Salterà fuori un nome , ma non si saprà mai se è quello giusto. Una vicenda congelata tra i misteri da svelare. Un fatto non accertato a differenza dei due precedenti. Leggi tutto…