-
Calendario
Aprile 2025 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Acquista i libri online
Articoli recenti
- Processo penale telematico : in Umbria troppe criticità.
- TUTTE LE INSIDIE DEL WEB, LE MAFIE ALL’ATTACCO DEI DATI
- Perugia, Andrea Prospero : istigato al suicidio, aiutato a morire
- Sessantacinque anni fa l’apertura della sede regionale della Rai in Umbria
- I delitti di Alleghe ,il carcere di Perugia, la grazia di Pertini
Commenti recenti
- + 1.388650 BTC.NEXT - https://graph.org/Message--17856-03-25?hs=0ae32850da35a85b4802e729c9fc20db& su I delitti di Alleghe ,il carcere di Perugia, la grazia di Pertini
- + 1.329628 BTC.GET - https://graph.org/Message--17856-03-25?hs=29cbcebc7d7dcfefbc420179899d304f& su Meredith Kercher
- Danilo su TUTTE LE INSIDIE DEL WEB, LE MAFIE ALL’ATTACCO DEI DATI
- antonio pavani su 1982: Storia di un sequestro e della voce del telefonista.
- alvaro fiorucci su Sisde, mezze verità sull’omicidio Pecorelli?
L’Umbria val bene una cosca. Per tutte le mafie, anche per quelle straniere.
La situazione fotografata dalla Direzione Investigativa Antimafia nel primo semestre del 2019 è il ritratto di una terra che non ha organizzazioni autoctone , che suscita un forte interesse di carattere economico e finanziario per tutte le mafie italiane alle quali si accodano, ma con sempre maggiori peso e decisione, quelle estere , a cominciare dalla nigeriana che è sempre più forte e aggressiva. Silenziosamente pervasiva quella di nazionalità cinese. Spesso il business criminale vede forme di aggregazione internazionale più o meno duratura. Il serbatoio dei capitali da riciclare in Umbria o partendo dall’Umbria vengono dal traffico della droga che non ha subito flessioni come lo sfruttamento della prostituzione. Investimenti puliti che si trasformano in attività di malaffare, prestiti che diventano strozzinaggio, conquista di aziende portate sull’orlo del fallimento. Ecco la scacchiera sulla quale le mafie vogliono GIOCARSI l’UMBRIA. Leggi tutto…
Prevenzione delle morti del sabato sera: breve storia di un kit sperimentato a Perugia
Perugia è nella storia della sperimentazione dei test antidroga fatti negli ambulatori mobili della Polizia di Stato dal 1998. Un anno orribile. Trecento dei milleseicento morti in incidenti stradali sono giovanissimi. Vittime delle stragi dei sabato sera italiani. Di fronte a questa catena di lutti il Viminale decide di intensificare la prevenzione tentando di abbassare il numero dei ragazzi che all’uscita dai luoghi di ritrovo e di divertimento notturno si mettono alla guida strafatti e inebetiti da quell’ infinità di droghe sintetiche che stanno invadendo, il mercato, spesso shakerati con alcolici di varia natura. Perugia è il primo ambito territoriale scelto per testare l’efficacia e la funzione deterrente di un nuovo sistema di rilevamento delle condizioni psicofisiche dei conducenti delle auto in transito tra la notte e l’alba. Leggi tutto…
“Il sangue delle donne” : trenta anni di femminicidi in Umbria. Gli aggiornamenti Eures.
(da SKYTG24)
-Nei primi dieci mesi di quest’anno in Italia le vittime di femminicidio sono state 106, una ogni 72 ore: il 7% in meno dello stesso periodo dell’anno scorso, quando erano state 114 .È quanto emerge dall’aggiornamento statistico sul fenomeno curato da Eures – Ricerche economiche e sociali, in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre. I dati però restano allarmanti. Dal primo gennaio al 31 ottobre 2018 i femminicidi sono saliti al 37,6% del totale degli omicidi commessi nel nostro Paese (erano il 34,8% l’anno prima), con un 79,2% di femminicidi familiari (l’80,7% nei primi dieci mesi del 2017) e un 70,2% di femminicidi di coppia (il 65,2% nel gennaio-ottobre 2017). Colpisce il progressivo aumento dell’età media delle vittime, che raggiunge il suo valore più elevato proprio quest’anno: 52,6 anni per il totale delle donne uccise e 54 anni per le vittime di femminicidio familiare (in molti casi donne malate, uccise dal coniuge anch’esso anziano, che poi a sua volta si è tolto la vita).Dal 2000 uccise oltre 3mila donne. Leggi tutto…
Mino Pecorelli: quei quattro proiettili che ancora non si trovano
di ALLAN FONTEVECCHIA
L’accertamento della compatibilità di una pistola, sequestrata in provincia di Monza nel 1995, con i quattro proiettili sparati il 20 marzo 1979 a Roma contro il giornalista Carmine Pecorelli uccidendolo, se si potrà fare, avrà tempi più lunghi del previsto. Le quattro pallottole al momento risulterebbero introvabili nel magazzino dei corpi di reato del Tribunale di Perugia dove sono state cercate per giorni dalla Digos su delega della Procura della Repubblica di Roma. Leggi tutto…
Per un Bignami incompleto dei fatti criminali avvenuti in Umbria
di ALLAN FONTEVECCHIA
Attraversata da tutti i fenomeni criminali in forma generalmente attenuata con una caratteristica singolare che potremmo definire di andamento sismico. Insomma tante piccole scosse – come quelle che rientrano nella quotidianità delle zone sismiche- con impennate improvvise , ma periodiche, come i terremoti che colpiscono di tanto in tanto questa regione. In Umbria abbiamo infatti lunghi periodi di quiete relativa- in relazione ai fatti di cronaca- e poi all’improvviso ecco il mostro di Foligno, le indagini sul mostro di Firenze, il caso Meredith, il sequestro di Augusto de Megni, la piccola Maria Geusa poco più di tre anni violentata e poi uccisa. Causa della morte: sindrome del bambino scosso. Leggi tutto…
Il mistero del messicano e il Mostro di Firenze
Alle 11 del 22 marzo 1982, Dina Pellegrini è appena uscita di casa. Oggi ha parecchie faccende da sbrigare perché anche nel suo camping sta per iniziare una nuova stagione. Per questo va di fretta verso il ponte della ferrovia di San Donato di Passignano sul Trasimeno; è una scorciatoia. Lo vede dopo pochi passi: c’è un cadavere nel fosso che scorre lì vicino. E’ una donna forte, non si spaventa, guarda meglio, chiama i carabinieri perchè si rende che ha davanti agli occhi ciò che resta di un assassinio. Cominciano le indagini per quello che è un cold case ancora oggi, ventisette anni dopo; un caso freddo irrisolto. L’autopsia stabilisce che quell’uomo è un quarantenne, è alto non più di un metro e sessantacinque, è probabilmente un sud-americano, ed è senza identità perché chi lo ha ucciso si è portato via i documenti. E’ stato ammazzato a bastonate, un pezzo di legno gli ha massacrato la gola, mentre era con i suoi carnefici su uno dei treni transitati la mattina presto. Da uno scompartimento, attraverso il finestrino, l’hanno scaraventato verso i binari dai quali per la velocità del convoglio è rotolato fino al corso d’acqua. Tutto chiaro, tranne l’identità, il movente, chi l’ha ucciso. Insomma chiaro niente per costruire un’inchiesta. Leggi tutto…
La mafia albanese in Umbria alla fine degli anni’90: cinque morti e dieci feriti per il controllo di Perugia
A Perugia la faida degli albanesi che hanno saltato il fosso della legalità fa 5 morti e una decina di feriti in nemmeno 24 mesi La faida per il controllo degli affari sporchi in determinate aree della regione comincia sul finire del 1997 e nel 1999 le pistole smettono di sparare e di uccidere con tanta sconosciuta frequenza. Segno di un rapido cambiamento di strategia criminale : un qualche tipo di pace raggiunto , un assetto di poteri condiviso, confini da non difendere più con le armi in pugno. Del resto quello è stato un biennio svolta. Arricchita dai profitti del traffico degli esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione, adesso la malavita arrivata con gli esodi dalle guerre della ex Jugoslavia marcia verso il controllo del mercato della cocaina. Ha capitali da investire che i soldi aprono la strada a patti, poco prima impensabili , con le mafie italiane e lasciando a quelle nigeriane il business più rischioso dell’eroina e del fumo in generale. I clan albanesi non sono strutturati e agiscono a piccoli gruppi da forti legami di parentela o di comune provenienza geografica. Il controllo dei canali attraverso i quali passano le risorse per il controllo del territorio, li fa spesso entrare in conflitto. Per questo sparano: piombo per eliminare la concorrenza. Alla scuola della ‘ndrangheta e della camorra però imparano presto i metodi sottotraccia per attenuare i rischi non facendo rumore e cercando l’invisibilità. Leggi tutto…
Umbria: i buoni affari delle mafie sono anche on line
La relazione della Direzione Investigativa Antimafia analizzando i dati delle attività di contrasto svolte nel secondo semestre del 2018 disegna un puzzle di questo tipo: le organizzazioni criminali albanesi controllano il mercato della cocaina; quelle nigeriane importano l’eroina; sia le prime che le seconde fanno affari con il traffico degli esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione con decine di donne ridotte in schiavitù; ’ndrangheta, cosa nostra e camorra (l’offensiva delle ‘ndrine è quella più evidente ) sono in affari ( soprattutto per droga e prostituzione) con albanesi, rumeni ed altre provenienze dall’est) mail loro grande business è quello del riciclaggio che penetra lentamente il tessuto economico e finanziario con forti investimenti nei settori edile, turismo, commercio,smaltimento dei rifiuti , agroalimentare, intrattenimento. Crescente il controllo del gioco d’azzardo elettronico e delle scommesse on-line. A conferma dell’interesse delle mafie italiane per ogni settore imprenditoriale che consenta una buona facilità di lavaggio del denaro sporco e un rapido ritorno di utili insospettabili . Il fatto che nel paniere della criminalità organizzata ci siano le nuove tecnologie digitali testimoniano aggiornamento e flessibilità del malaffare.Quello che segue è il testo integrale del focus della Dia sull’ Umbria. Leggi tutto…
Girasole o dell’insostenibile lentezza della giustizia
La storia che ha scalato le classifiche dei casi più rappresentativi dell’insostenibile lentezza della giustizia comincia all’alba del 9 aprile 2001 con un elicottero che romba sui tetti di Perugia e con le sirene di auto in grande quantità che tirano giù dal letto la città intera. L’elicottero è alla caccia di un paio di malviventi fuggiti via dalla finestra. Le auto trasportano 105 indiziati appena ammanettati. E’ la prima puntata. La seconda arriva dopo un anno, a settembre, quando il conto degli arrestati cresce di una novantina di soggetti.E’ un successo questo della DDA e del Ros dei carabinieri che fa scalpore. L’uno-due ( Girasole 1 e 2 è denominata la doppia operazione) degli inquirenti ha smantellato un’associazione di mafiosi albanesi, russi, ucraini e di italiani legati alla camorra e alla ‘ndrangheta. Guadagni da contare in milioni di euro, con il traffico dai paesi dell’est di chili di cocaina e di decine donne destinate alla schiavitù della prostituzione nei night o per strada. Comprate, vendute, ricattate, violentate: forse tre di loro ammazzate e i cadaveri nascosti, racconta un pentito. Leggi tutto…