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SONIA,BARBARA E GLI ALTRI COLD CASE AL FEMMINILE
A volte il tempo è capace di generare dei sincronismi utili all’approfondimento e alla riflessione a più voci su uno o più temi anche quando non c’è nulla che ti mette in attesa di una contestualità imprevista. E’ il caso della sentenza che ha stabilito che Sonia Marra, trentenne di Specchia scomparsa undici anni fa è stato un omicidio seguito dall’occultamento del cadavere . E ha riportato la sparizione della giovane nello stagno dei casi irrisolti. La sentenza ha mandato assolto per non aver commesso il fatto l’imputato Umberto Bindella il trentenne che aveva conosciuto la ragazza al Centro Mater Grazie che la Curia di Perugia ha nella zona di Monte Morcino. Unica pista seguita, scartate tutte le altre di una qualche suggestione. Il sincronismo è nel fatto che la pronuncia della Corte d’Assise c’è stata il 27 ottobre 2017 e cioè il giorno prima dell’ottavo anniversario di un’ altra misteriosa sparizione, quella di Barbara Corvi, una trentaseienne di Amelia in provincia di Terni. Leggi tutto…
“Shaken” e il paradigma degli abusi sui minori
Di Mario Mariano (TefChannel)
“È stato il libro più difficile della mia vita”, Alvaro Fiorucci, giornalista che ha raccontato per la Rai quarant’anni di cronaca nera e giudiziaria in Umbria, non ha dubbi: “Ho scritto un libro sull’omicidio della piccola Maria Geusa perché non possiamo ne dobbiamo dimenticare un omicidio terribile. E come è successo per tanti delitti efferati non aiuta le comunità nei quali i fatti si sono verificati voltare pagina ad ogni costo, senza farci i conti, senza porsi domande. Archiviare alla svelta è come nascondere la polvere sotto il tappeto. Leggi tutto…
L’omicidio di Noemi e il paradigma di un femminicidio
Era evitabile l’omicidio della sedicenne di Specchia massacrata a pietrate dal fidanzato diciassettenne? La madre aveva denunciato situazioni evidenti ed effetti indiscutibili di un comportamento terribilmente violento. Tanto violento da non poter non mettere nel conto il precipitare nell’assassinio brutale che è questa terrificante esemplificazione di un femminicidio. La denuncia , a quanto pare, invece non avrebbe prodotto neppure l’avvio di tentativi di tutela immediata. Ci sarebbe stata inadeguatezza dove sarebbero servite tempestività ed efficacia. Perché? Non sono all’altezza del male le norme di legge scritte per fermarlo? Ci sono stati disattenzione, trascuratezza, errori di valutazione e omissioni e quindi ci sono responsabilità personali? Il contesto nel quale i due giovani e le loro famiglie si muovevano, sapeva , vedeva, ma si è voltato dall’altra parte ? Servono subito delle risposte chiare. Perchè questa denuncia inascoltata gela ogni ottimismo di quanti sono impegnati ogni giorno di fermare l’ondata di violenza che si abbatte sulle donne . Nei dibattiti che hanno fatto seguito alle presentazioni del libro “Il sangue delle Donne- trenta anni di femminicidi in Umbria “- tutti gli interventi finivano lì: educazione nelle famiglie e nelle scuole, partecipazione attiva delle collettività, tutela delle ptutti gli interventi finivano lì: educazione, nelle famiglie e nelle scuole, partecipazione attiva delle collettività, tutela delle potenziali vittime e di chi denuncia i violenti, inviti alla liberazione da ogni condizione di soggezione. Leggi tutto…
Presidio del territorio,presidio del web contro la jihad
Che fare? Questa è una guerra che non si vince con le armi che si usano nelle guerre che conosciamo per un ricordo recente o perché le stanno combattendo adesso e le abbiamo ogni giorno davanti agli occhi. E non perché le armi di chi attacca siano non convenzionali e siano molto più semplicemente e tragicamente un fai da te altamente nocivo. Ma perché gli attacchi non vengono portati secondo tecniche militari apprese nelle accademi o nei campi di addestramento . Superato un breve e non sempre necessario tirocinio ,mitragliatori,razzi, bombe , si spostano in un non luogo dove questo esercito di nuova generazione non ha eretto fortificazioni ma ha dislocato le sue potenti armi nformatiche.
“Shaken”: cronaca di un delitto brutale e di un fenomeno sommerso
“Shaken baby syndrome” è la sindrome del bambino scosso. E’ la causa della morte di Maria Geusa , 2 anni e 7 mesi, prima abusata e poi uccisa a Città di Castello il 5 aprile 2004. “Shaken – la bambina che attraversò il portone del pianto” , il nuovo libro di Alvaro Fiorucci ( Morlacchi Editore ) è la ricostruzione dei principali snodi attraverso i quali la giustizia ha affrontato un terribile fatto che nel linguaggio asettico della cronaca è stato nello stesso tempo facile e complesso. Facile perché l’esecutore è stato preso dopo poche ore . Difficile invece per la ricostruzione delle diverse fasi del delitto e per stabilire il ruolo della madre della piccola vittima. E’ un caso nel quale l’indagine scientifica- in particolare per identificare i reati commessi- ha avuto un a parte determinante anche se poi nei vari gradi di giudizio è stato il giudice, come lo era stato il pm per formulare le accuse, ad essere il perito dei periti, il “peritus peritorum”. Leggi tutto…
“Shaken”: in un libro il calvario di Maria Geusa
<<…..I bisogni che l’adulto può trovarsi a sfogare sul minore sono i più disparati, fra i più frequenti che l’esperienza giudiziaria insegna, vi sono il bisogno di esternare la collera o comunque la sofferenza interiore dell’adulto, per i fatti negativi della sua vita o per una sua sofferenza esistenziale irrisolta, e l’istinto sessuale.Così accade, purtroppo, seppure in casi sporadici, ma che comunque colpiscono negativamente l’attenzione dell’opinione pubblica, suscitando sdegno e riprovazione, che l’adulto inveisca, umili e picchi il minore o che lo usi, quale oggetto delle proprie attenzioni sessuali.Tale è stato il triste destino della piccola Maria Geusa, di cui tratta questo libro, una bimba di 2 anni e 7 mesi di vita, dapprima abusata sessualmente e poi uccisa dal compagno della madre. Il caso ha destato particolare commozione tra la gente per la tenerissima età della bimba ed altrettanto particolare riprovazione sociale per il coinvolgimento della madre nella vicenda Leggi tutto…
Storie di “Lupi” e delle loro fughe diverse
Le analisi che tendono a sovrapporre la vicenda criminale di Igor Vaclavic, sembra questa l’identità al dunque accertata, a quella di Luciano Liboni rischiano di produrre un falso storiografico. Non c’è infatti nelle storie personali dei due banditi un elemento che li accumuni più di quanto siano genericamente paragonabili tutti coloro che delinquono e uccidono. I due sono diventati assassini per strade completamente diverse, stando a quello che è noto del ricercato di oggi . E’ nella fuga che sembrano-ma soltanto per brevi tratti- percorrere/ripercorrere strade che attraversano situazioni paragonabili. Per esempio è comune la dote fisica della capacità di nascondersi negli ambienti più ostili e di sopravvivere nelle condizioni più estreme. Per questa capacità Luciano Liboni è stato “il lupo” e il serbo Igor Vaclavic è diventato “Il lupo”. Leggi tutto…
“Il sangue delle donne ” diventa teatro con “Per sempre mia”
ALLAN FONTEVECCHIA-E’ ispirato al libro “il sangue delle donne” di Alvaro Fiorucci, lo spettacolo “ Per sempre mia”con cui debutterà il 25 marzo prossimo il Gruppo Teatrale La Fratente di Mugnano PG. Il testo nasce da un’idea della Regista Valentina Chiatti, la quale leggendo il libro scritto dal Caporedattore del TGR Umbria, ha immaginato – e quindi trascritto – scene da realizzare su un palcoscenico, nel tentativo di sensibilizzare lo spettatore su una tematica che sta diventando una piaga sociale nel nostro Paese: la violenza sulle donne. Lo scopo dello spettacolo non sarà soltanto quello di sensibilizzare il pubblico sul tema, ma sarà anche quello di raccogliere fondi da donare alle case famiglia o associazioni che si occupano di donne in fuga, di donne e bambini che scappano dalla violenza domestica e di tutte quelle donne che trovano la forza e il coraggio di farsi aiutare. Leggi tutto…
Spacciatori in stand by mentre le mafie provavano a correre: aperto l’anno giudiziario.
Le mafie cercano ( e spesso li trovano) spazi nel tessuto economico con i capitali sporchi da investire riciclandoli ; il mercato della droga forse arretra o si sta ristrutturando . Più o meno a fuoco , è questa la fotografia dei principali fenomeni criminali che interessano l’Umbria, stando alle affermazioni fatte dalle più alte cariche della giurisdizione all’inaugurazione dell’anno giudiziario umbro. La macchina gira con molti affanni dovuti ad acciacchi vecchi e nuovi: strutture, spazi , uomini e mezzi. E questo dato è omogeneo alle criticità prossime al collasso lamentate in tutti i distretti italiani. La risposta alla domanda di giustizia è ancora lenta. Un altro dato omogeneo anche nella sua cronicità. C’è però qualche spiraglio che potrebbe non far vedere tutto nera al cittadino che aspetta per anni una sentenza o semplicemente una prima pronuncia di giustizia. Anche a guardarla dal profilo della corrente burocrazia, ecco gli ingolfamenti. Però il qualche flebile voce positiva da mettere nel bilancio c’è. Merito di chi manda avanti il lavoro nonostante tutto. Il presidente della Corte Mario Vincenzo D’Aprile ha detto che nel settore civile la pendenza complessiva si è ridotta da 10.691 fascicoli a 8.923 e nel settore penale, dove la pendenza è continuata a diminuire, passando da 3.832 a 3.553 procedimenti. Che sia un segnale? Difficile piegare questi dati ad una prospettiva di cambiamento restando immutate le condizioni normative e strutturali di base. Ma questo è un altro discorso. Un discorso che deve fare la politica. E i tempi della politica, come quelli della giustizia, sono i tempi che sono. C’è da aspettare. Leggi tutto…