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Omicidio di Via della Pergola: passaggio in Cassazione per l’ eventuale revisione del processo a Rudi Guede
E’ finita? No. Ci sarà almeno un altro momento in cui innocentisti e colpevolisti torneranno a scambiarsi opinioni in conflitto. Non su una singola posizione-cosa che adesso spetta per ruolo ai giudici- ma su tutta la vicenda – cosa della quale si appropria, per costume, la cosiddetta opinione pubblica. La più complicata, altalenante, pur massmediologicamente rilevante vicenda giudiziaria degli ultimi anni sicuramente avrà un seguito anche dopo il no della Corte d’Appello di Firenze alla richiesta di revisione del processo che ha definitivamente condannato a sedici anni di carcere Rudi Guede accusato di aver ucciso la studentessa inglese Meredith Kercher in concorso con altri, forse due persone, rimasti sconosciute. Amanda Knox e Raffaele Sollecito giudicati con un altro procedimento per la stessa ipotesi di reato sono stati assolti da ogni accusa con decisione ultima della Suprema Corte di Cassazione. E l’ulteriore passaggio giudiziario per il giovane di origini ivoriane sarà, appunto, la Cassazione alla quale ricorrerà la difesa del condannato probabilmente rimodulando gli argomenti recentemente respinti dall’ appello fiorentino. Dunque c’è ancora qualche mese per esercitarsi sulle previsioni: ultima tappa o ripartenza ? Tommaso Pietrocarlo, legale di Rudi Guede , ha insistito con l’Ansa: c’è un “conflitto tra giudicati che deve essere chiarito”. Quel conflitto di giudicati che la Corte d’Appello di Firenze non ha ritenuto sussistere. Che cos’è il conflitto di giudicati che finirà davanti alla Corte di Cassazione alla quale spetta dire anche in questo caso l’ultima parola? Leggi tutto…
Girasole: breve storia di un processo infinito
La più grande inchiesta sul traffico degli esseri umani destinati ai mercati della prostituzione e della droga, arrivata nelle aule di giustizia ha prodotto una v icenda giudiziaria che un domani potrà essere archiviato come la singolare storia di un processo infinito. I primi 100 arresti risalgono al 2001; un altro centinaio di persone- italiani ed albanesi- fu preso un anno dopo. Esclusi alcuni elementi della piccola criminalità locale molti dei soggetti finiti in carcere avevano contatti con la camorra e con la ‘ndrangheta . Il core business di questa associazione a delinquere transnazionale era l’importazione clandestina di giovani donne dai paesi di quello che era stato il blocco comunista . A volte reclutate con la scusa di un lavoro pulito venivano l avviate alla prostituzione soprattutto nei night dell’Italia centrale . Negli stessi locali dove veniva spacciata la droga fornita dagli albanesi ,cocaina in grandi quantità. Le ragazze erano tenute in stato di schiavitù: private della libertà con il sequestro dei documenti e costrette ad incassare il più possibile per ripagarsi in tempi brevi le spese di viaggio e la permanenza nei luoghi del loro sfruttamento L’udienza preliminare – con le due tornate investigative delle operazioni Girasole 1 e Girasole 2 portate a termine dal Ros dei Carabinieri con il coordinamento del magistrato Antonella Duchini riunificate processualmente-è cominciata 10 anni dopo e dovrebbe concludersi, dopo cinque anni il 25 gennaio 2017. Il giudice deve decidere i rinvii a giudizio o i proscioglimenti. Leggi tutto…
I soldi della ‘ndrangheta e il nucleo Ugeco
C’è una fase due delle indagini sui soggetti condannati per reati attinenti gli affari delle mafie che deve essere intensificata perché il colpo alla criminalità organizzata di cui questo secondo momento investigativo è conseguenza sia ancora più duro. Sono le indagini sui patrimoni che tali condannati hanno accumulato, nascosto, camuffato con l’aiuto dei prestanome. Seguendo questa via- lo ha reso noto recentemente il procuratore generale di Perugia Fausto Cardella- che la Guardia di Finanza ha potuto sequestrare per poi confiscarli e restituirli alla comunità beni per oltre un milione di euro riconducibili a un pregiudicato residente ad Ancona e condannato nel 2011 per essere uno dei capi delle cosche della ‘ndrangheta reggina che controllano il traffico della cocaina sul versante ionico della Calabria.Il boss dal carcere aveva continuato a gestire gli affari di famiglia: trasferimento di capitali in Bulgaria, investimenti di varia natura, attività di compravendita di immobili. Beni che ora sonio stati rintracciati e sequestrati. Determinante- ha detto tra l’altro Fausto Cardella- il ruolo del pool interforze UGECO creato e diretto dallo stesso Cardella: una struttura di coordinamento concentrata sui patrimoni della criminalità organizzata. E’ un nuovo strumento di contrasto alle infiltrazioni di tipo mafioso sulle quali ora ha il predominio la ‘ndrangheta.Alto il rischio dell’inquinamento dell’economia. Come risulta da un recente dossier parlamentare. Leggi tutto…
Amanda Knox, Netflix e l’omicidio di Meredith Kercher
di ALLAN FONTEVECCHIA-Scrive Renato Franco su Corriere. it: “In realtà il doc (“Amanda Knox “, diretto da Rod Blackhurst e Brian McGinn, su Netflix dal 30 settembre) non risolve il giallo. Ognuno dei protagonisti porta una sua verità, una verità soggettiva. La cui somma però porta a un’altra verità soggettiva ,quella che lo spettatore si vuol raccontare”. Luigi Bolognini per Repubblica.it chiude il suo commento così: “ Questo prodotto deve essere visto anche solo, per guardare da vicino dentro la macchina della giustizia e di come le leggi, i processi, le indagini gli articoli, le accuse e le assoluzioni siano comunque in mano a esseri umani senzienti e spesso fallibili”. La Stampa, con Luca Dondoni : “ E comunque tutte le tv che abbiamo visto sono uguali: un gruppo di persone che si scambia opinioni su un omicidio stando sedute in uno studio, sorridono i registi. La verità sull’ omicidio? Non cercatela in questo documentario. Qui si parla del caso mediatico. In fondo di tutti noi”. Sono recensioni che confermano un dato di fatto: intorno all’omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia nel 2007 sembra proprio che non ci siano fatti da aggiungere , non ci siano verità altre da cercare, non ci siano sentenze da ribaltare. Leggi tutto…
L’interminabile caccia alla pistola del Mostro di Firenze è cominciata a Perugia
E’ cominciata a Perugia- nel 1982- la caccia alla Beretta calibro 22 che avrebbe ucciso tutte le 16 vittime del mostro di Firenze. Se ne parla di nuovo in questi giorni per il ritrovamento di una vecchia pistola , stessa marca e stesso calibro, lungo un sentiero tra la vegetazione del Mugello e inviata nel laboratori romani del Racis. Tra gli esperti prevale scetticismo sulla possibilità di una svolta investigativa. Comunque si torna ad indagare. Si torna a cercare. I bossoli dei colpi sparati nel 1968 per il primo duplice omicidio delle terribile serie del Mostro dal 1974 erano allegati ad un fascicolo a carico di un imputato Stefano Mele che prima aveva confessato e poi ritrattato per coinvolgere altre persone anche loro di origine sarda (vedi pagg.86,87 di “48 small ”- Morlacchi editore- ndr). E’ il momento che indirettamente prende avvia la cosiddetta pista sarda e con la comparsa nella vicenda dei fratelli Francesco e Salvatore Vinci che successivamente furono coinvolti e prosciolti per ad alcuni duplici omicidi sempre attribuiti al Mostro. Il confronto con i bossoli ritrovati sulla scena del crimine per l’assassinio di una coppia di giovani, Paolo Mainardi e Antonella Migliorini, stabilì l’identità sulla quale si è fondata la convinzione degli inquirenti di una stessa arma- che non è stata mai trovata—per la catena di morte che si è interrotta nel 1985. Leggi tutto…
Dal pollaio di Cannara ai circuiti mondiali del mercato clandestino dell’arte rubata: il presente,il passato.
Ritrovati dai carabinieri di Perugia in un pollaio di Cannara i vasi attici a figure rosse e con decorazioni, intarsio a foglia d’oro ,databili tra il quinto ed il terzio secolo avanti cristo ora sono sottochiave nel museo archeologico dell’Umbria. In tutto i reperti sono 36 è hanno un valore stimabile intorno ai 15 milioni di euro: un patrimonio trafugato in Puglia e trasferito in Umbria lungo i circuiti del mercato nero dell’arte. Ci sono cinque persone indagate per ricettazione, ma le indagini sembra puntino più in alto. Delle preziose ceramiche recuperate negli incarti con le pagine de “La Gazzetta dello Sport “ gli inquirenti vogliono conoscere l’itinerario che hanno seguito e le mani per le quali sono passate . E, non è escluso, le mani alle quali erano dirette. Leggi tutto…
“Un territorio da tenere sotto controllo “: Franco Roberti firma il protocollo per un nuovo coordinamento contro il terrorismo internazionale.
Il procuratore nazionale antiterrorismo Franco Roberti afferma che l’Umbria è un territorio da tenere sotto controllo . Un territorio dove ci sono persone da tenere sotto controllo. Soprattutto per i cosiddetti reati spia che non sono immediatamente riconducibili al terrorismo islamista ma che attraverso determinati percorsi clandestini possono finire con l’alimentare lo stragismo dell’Isis. E combattere i reati spia di nuove forme di terrorismo- come ha affermato il procuratore generale di Perugia Fausto Cardella- richiede un cambio di passo e di prospettiva per la magistratura e per le forze di polizia. Una questione delicata – al confine tra prevenzione e repressione-della quale si fa carico il protocollo promosso dalla stesso procuratore generale e firmato questa mattina anche dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. I reati spia individuati vanno dagli omicidi e dagli atti di violenza e minaccia ai danni di esponenti politici ed istituzionali, al traffico di droga, al porto e alla detenzione di armi ed esplosivi, ed ancora la ricettazione di documenti, il riciclaggio e reimpiego di capitali, l’incitamento alla discriminazione razziale. Leggi tutto…
Dopo la Cassazione,alla ricerca di un nuovo processo: Rudi Guede e le prove che servono per cassare la Cassazione.
Per semplificare e farci un’idea della situazione dal punto di vista procedurale: se ci sarà non sarà un nuovo processo a Rudi Guede. Sarà un processo al processo che in secondo grado lo ha condannato a sedici anni di carcere per concorso nell’omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia nel novembre del 2007. Condanna definitiva dopo la confermata dalla Suprema Corte di Cassazione. E perché questo processo al processo abbia luogo il condannato deve produrre fatti e prove che i giudici ( nello specifico i giudici della Corte d’Assise d’Appello per competenza territoriale ) valutino suscettibili di un ribaltamento della sentenza di colpevolezza e di provare la sua innocenza rispetto al reato che ha portato al verdetto di condanna (emesso dalla Corte d’Assise d’Appello di Perugia) . Tutto questo –anche in caso di ammissibilità del ricorso- non interferisce/non interferirà con il processo che ha portato all ’assoluzione definitiva dei coimputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito . In caso di ricorso accolto e di esito favorevole per l ‘unico condannato per il delitto di via della Pergola , si potranno fare al massimo delle congetture tra l’una e l’altra vicenda giudiziaria. La riapertura del caso, con il processo al processo potrà eventualmente riguardare soltanto l’ipotetica innocenza del giovane ivoriano dimostrata con inediti e certi elementi di prova per ribaltare il giudizio che ha il timbro definitivo della Cassazione: perché la condanna si trasformi in assoluzione ( perché l’azione penale non poteva essere promossa, perché il fatto non sussiste, perché il fatto non è stato commesso dall’imputato, perché il reato è estinto). A questo punto non ci sono vie di mezzo. Il ricorso è ammissibile soltanto a queste condizioni. Lo prevedono gli articoli 629, 630 e 631 del codice di procedura penale. Leggi tutto…
Meredith Kercher: le prime 36 ore di libertà di Rudi Guede
Il ventenne ivoriano entra nella cornice del delitto di via della Pergola quando Patrik Lumumba , Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono in carcere da un paio settimane. Diventa il terzo uomo dell’omicidio di Meredith Kercher il 20 novembre 2007 con la fine della fuga e l’arresto a Magonza dopo una notte trascorsa su Skype con un amico di Perugia. Ero in quell’abitazione, non ho ucciso Meredith, non so chi è l’assassino: è la sintesi di quello che racconta ai giudici di Coblenza che lo consegnano alle autorità Italiane il 7 dicembre 2007. Ed è la sintesi di quello che racconterà ad ogni svolta del la complicata vicenda giudiziaria che attraversa con gli altri protagonisti. Patrik del tutto estraneo, torna in libertà il 20 novembre, Amanda e Raffaele , restano in carcere fino alla prima assoluzione, del 4 ottobre 2011. L’udienza preliminare del 28 ottobre 2008 separa le scelte processuali di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito da quelle di Rudi Guede. I primi due scelgono il rito ordinario e vengono assolti definitivamente il 28 marzo 2015. L’ivoriano sceglie il rito abbreviato, 30 anni in primo grado, 16 anni definitivi dal 16 dicembre 2010. Concorso nell’omicidio di Meredith Kercher con persone rimaste sconosciute. Al momento nei tanti capitoli che hanno fatto l’anatomia giudiziaria dell’omicidio di Meredith Kercher il giovane ivoriano non ha cambiato versione su quella terribile notte: era al bagno, ho sentito un grido, ho trovato Meredith agonizzante, non so chi è stato ad uccidere. Leggi tutto…