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28 Novembre, sabato, 2015 Categoria: Cronache, Senza categoria

Via del Belocchio : aspettando il processo c’è una voce in più nel vocabolario dei femminicidi.

imagesSe si dovessero trovare le parole giuste per spiegare che cos’è il  fenomeno del femminicidio scegliendole nella teoria di morte che ha portato a 37  il numero delle donne ammazzate nel 2015 , l’omicidio di via del Belocchio a Perugia sarebbe  il vocabolario giusto nel quale cercarle. Una coppia di quarantenni colti e benestanti che stanno insieme da venti anni,un figlio di sei anni , uno stesso tetto, e un rapporto coniugale che non funziona. Non  funziona al punto che le liti sono sempre più frequenti e più aspre . E le botte pure. Ma non trova la forza di dire basta. Neanche cerca per un tempo lunghissimo, il modo di aprire quella gabbia di violenza che pare non fosse condizione riservata alla privacy familiare. Eppure conosce certe situazioni,conosce la piega che possono prendere, sa dell’epilogo irreversibile che ci può essere da un momento all’altro. Lo sa se non per altro, perché  li ha letti nei fascicoli di certi casi di violenza domestica dello studio di avvocato che ha frequentato fino all’altro ieri. Quando la insostenibilità della situazione incontra la volontà di Raffaella Presta di riprendersi la sua libertà,la sua autonomia, la sua vita e magari di condividerla con un’altra persona confidando in un approdo dolce dopo la strambata, è troppo tardi. Il marito Francesco Rosi in  un umido pomeriggio di novembre, quello del 25 novembre,  spara con il fucile da caccia da due passi o poco più : il piombo del primo colpo  prende la  donna  alla mano destra dell’inutile tentativo di difesa e si pianta nell’addome; il secondo e alla schiena la schiena, sfonda i polmoni e fa arrivare la morte in pochi attimi. Leggi tutto…

29 Ottobre, giovedì, 2015 Categoria: Senza categoria

All’insaputa di tutti il percolato della mafia scorre alla luce del sole

20130912155115-corpo-forestale Curiosamente il percolato mafioso scorreva alla luce del sole. Singolarmente   lo spessore criminale di alcuni dipendenti  per le attività isolane era scritto negli accessibili certificati penali .Persone legate al potente clan dei Santapaola. Fatti ,affari e alleanze erano per niente sconosciute nei diversi ambienti di pertinenza. Pare tutti  avrebbero potuto/dovuto sapere tutto. Di tutti. O, quantomeno,  avrebbero potuto/dovuto  farlo con facilità. Eppure  soltanto adesso ,dopo l’’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Perugia e le 50 cartelle di interdittiva antimafia del prefetto del capoluogo umbro Antonella De Miro , si sente  dire con compita contrizione: attenzione c’è il malaffare che bussa alla porta. Bussa? Il malaffare in generale e senza riferimenti alle vicende odierne ha da tempo  varcato  l’uscio. E’  entrato . Ovviamente senza bussare. Ma questa discrasia temporale  non deve stupire: per almeno un ventennio le fonti ufficiali hanno parlato di rischio quando, per dirne una, il mercato della droga era già in mano alle mafie multietniche come un fiume di soldi sporchi  aveva eroso come materiale carsico settori economici in difficoltà e altri ne avrebbe erosi  negli  anni a venire, per dirne un’altra. Altro che rischio. Oltre la soglia del rischio e senza bussare. Appunto. Ma questo è un altro discorso . O forse no. Comunque adesso non è il caso. Lasciamolo perdere.Torniamo ai sospetti  che questa volta coinvolgono Gesenu . Leggi tutto…

4 Ottobre, domenica, 2015 Categoria: Appuntamenti

Reperto 36: un libro per conoscere la ricostruzione di un delitto e per affacciarsi sul funzionamento del sistema giudiziario italiano

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di ALLAN FONTEVECCHIA

Emma D’Aquino all’epoca dei fatti inviata speciale e ora conduttrice di punta del Tg1 della Rai coordinerà  la presentazione di “Reperto 36- anatomia giudiziaria dell’omicidio di Meredith Kercher “ – un volume realizzato dai giornalisti Alvaro Fiorucci e Luca Fiorucci e portato nelle librerie da Morlacchi Editore. L’incontro è previsto alle 17 di sabato 10 ottobre 2015 nell’atrio del Teatro Morlacchi a Perugia.  Con gli autori interverrà anche l’editor  Claudio Brancaleoni. Con “ Reperto 36”  nei fascicoli dell’inchiesta sull’omicidio della studentessa inglese è indicato un  coltello da cucina , presunta arma del delitto di via della Pergola 7, avvento nella notte tra l’ 1 e 2 novembre 2007. Un presunta arma del delitto  sulla base della quale tre persone hanno assunto il ruolo di indagati. La prima ,Rudi Guede ha avuto una condanna definitiva e ad altre due Raffaele Sollecito e Amanda Knox sono toccate condanne, assoluzioni, di nuovo condanne e infine assoluzioni definitive. Il libro di Alvaro Fiorucci e Luca Fiorucci è un portolano di queste sentenze. E’ lo specchio del nostro sistema giudiziario. Leggi tutto…

10 Settembre, giovedì, 2015 Categoria: Cronache

Reperto 36-un giudice per Meredith Kercher: Amanda,Raffaele,Rudi,viaggio nel cuore delle sentenze.

fiorucci_copertina_Meredith_frontaledi Allan Fontevecchia-<<L’ipotesi che pur essendo  plausibile non trovava grandi favori vede Amanda  e Raffaele  finire subito, per ovvie ragioni, sotto il cono di luce che scandaglia il mare dei sospettabili. Passano poche ore e si trovano degli indizi di una pista da seguire. La pista  però viene troppo velocemente percorsa fino in fondo .Il traguardo degli arresti è tagliato in un attimo. Troppo in fretta . Nessuno saprà mai che cosa sarebbe successo se i sospettabili fossero stati seguiti, tallonati, lasciati con il guinzaglio lungo ma ben  imbottiti di microspie, spiati in ogni loro movimento e in ogni loro fiato. Sarebbero fuggiti come Rudi Guede? Era questo il rischio? Un rischio che dovrebbe essere inesistente quando i possibili fuggiaschi sono sotto controllo minuto per minuto. Difficile che con un’ attività di questo tipo prolungata nel tempo non si sarebbero raccolte quelle prove di colpevolezza o quelle certezze di innocenza che avrebbero potuto raccontare una diversa storia processuale. Come dicono adesso questi ultimi  giudici di legittimità. Ma, in fondo, le recriminazioni fondate o meno che siano, adesso servono a niente. Ci sono state e ci sono ancora. Se ne prende nota e parentesi chiusa. >> E’ uno dei passaggi del libro <<Reperto 36-Un giudice Per Meredith Kercher >> che Alvaro Fiorucci e Luca Fiorucci, due generazioni di cronisti, hanno affidato alla casa editrice Morlacchi che lo metterà in libreria all’inizio del prossimo ottobre, tra meno di un mese. Leggi tutto…

29 Luglio, mercoledì, 2015 Categoria: Senza categoria

Luigi Chiatti: attuata integralmente la sentenza di condanna del 1996

fiorucci_il mostro_copertinaIl percorso carcerario  stabilito dalla sentenza dell’11 aprile 1996 (vedi “ Il cacciatore di bambini- biografia non autorizzata del Mostro di Foligno ”- Morlacchi Editore-)  è nella sostanza il percorso dell’esecuzione della pena che il Tribunale di Sorveglianza ha tracciato per Luigi Chiatti una volta scontati i trenta anni di condanna per gli omicidi di Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci , due bambini brutalmente ammazzati in due diverse circostanze il 4 ottobre 1992 e il 7 agosto 1993.. Infatti scrive oggi l’Ansa: “ il tribunale di Sorveglianza di Firenze ha accertato la pericolosità sociale di Luigi Chiatti e quindi ha dichiarato eseguibile la misura di sicurezza in una casa di cura e custodia per un periodo minimo di tre anni. In questo modo il tribunale di sorveglianza ha confermato quanto stabilito dalla corte d’assise di appello di Perugia, che ordinava di ricoverare Chiatti in una struttura una volta scontata la pena. Respinto il ricorso della difesa. La Corte d’appello di Perugia aveva infatti stabilito: “questa corte, se da un lato ha ritenuto  di dover sanzionare i delitti commessi da Chiatti Luigi non già con l’ergastolo ( è la pena dell’Assise ndr) ma con la reclusione nella misura di anni trenta, dall’altro ha giudicato l’imputato socialmente pericoloso  e perciò sottoposto alla misura di sicurezza detentiva di ani tre di ricovero in una casa di cura e di custodia , che  è la misura di sicurezza prevista per chi, come lui, è risultato non del tutto sano di mente. Orbene questa circostanza -e proprio questa circostanza- fa si che il suddetto , indipendentemente dall’espiazione della pena principale o della parte di essa che- grazie ai benefici della legge penitenziaria – effettivamente come qualsiasi altro detenuto , espierà, potrà essere restituito alla libertà  solo dopo che- e solo se da parte della magistratura competente, e cioè dalla magistratura di sorveglianza , sarà stato giudicato non più pericoloso per la collettività”. Leggi tutto…

10 Luglio, venerdì, 2015 Categoria: Senza categoria

Dopo i misteri di villa La Sfacciata tornano quelli de Il Forteto ?

imagesGiuliano-Mignini-original-007fiorucci_copertina_fronteDopo il medico tedesco della villa La Sfacciata, ecco che ritorna all’attualità della cronaca anche  la discussa comunità de “Il Forteto”. Di Rolf Reinecke si starebbero occupando i carabinieri che per conto della Procura della Repubblica di Firenze sono andati a cercare notizie ( e forse altro) a Prato dove l’uomo ha avuto per anni , anche negli anni degli omicidi delle coppie  , un’ attività imprenditoriale. Rolf Reinecke , quando scoprì vicino alla sua abitazione i cadaveri dei due ragazzi uccisi a Giogoli era stato a lungo attenzionato dagli investigatori che però non trovarono nulla da addebitargli se non le troppe armi che teneva in casa. Il suo nome , era ricomparso una quindicina di anni fa nelle indagini  sulla morte del medico perugino Francesco Narducci collegate a quelle sui duplici omicidi del Mostro di Firenze per via di una presunta conoscenza comune del farmacista di San Casciano Francesco Calamandrei e di altri personaggi altolocati finiti sotto il cono di luce acceso dagli inquirenti  su ogni possibile sospetto .In quegli stessi anni e per la stessa inchiesta si parlò anche del Forteto e del suo leader Roberto Fiesoli recentemente condannato in primo grado a 17 anni di carcere  accusato di una serie di abusi sui minori  che in diversi periodi sono stati dati in affidamento alla sua comunità-cooperativa impiantata nel Mugello. Leggi tutto…

9 Luglio, giovedì, 2015 Categoria: Cronache

“Il medico svizzero ” di villa La Sfacciata e il “medico di Prato”.

fiorucci_copertina_fronteEcco  un nuovo capitolo (così pare a leggere i giornali) ed ecco che con la cronaca di oggi torna la storia di ieri con i suoi buchi neri, i misteri e le troppo curiose coincidenze. Dunque ecco Rolf Reinecke e gli anni trascorsi dal tedesco a Prato. Durante le  indagini (2001-2012) sui delitti del Mostro di Firenze collegate a quelle  sulla morte del medico perugino Francesco Narducci scomparso nelle acque del Lago Trasimeno l’8 ottobre 1985  l’individuo che torna in prima pagina  viene indicato  da Gabriella Ghiribelli  come “il dottore svizzero” . Si sapeva che abitava  a Giogoli  che amava i cavalli e le armi. Ora (il vicequestore Michele Giuttari) viene identificata la sua residenza in una porzione della villa “la Sfacciata” . Il pubblico ministero Giuliano Mignini interroga chi dice che quell’uomo  sarebbe stato buon amico del farmacista di San Casciano Francesco Calamandrei ( morto recentemente di morte naturale  dopo essere stato prosciolto da ogni coinvolgimento e da ogni accusa relativa alle inchieste di cui si tratta)  , di Francesco Narducci e di altri medici e  professionisti vari toccati dal sospetto investigativo. Curiosamente, secondo questa e altre testimonianze Francesco Narducci alcune volte si sarebbe presentato come il “medico di Prato”, altre volte come “il fotografo di Prato” (Filippa Nicoletti), altre volte ancora (Roberto Giovannoni) come “il rappresentante” di una ditta farmaceutica di Prato.   Leggi tutto…

10 Giugno, mercoledì, 2015 Categoria: Cronache

Dalla terra di mezzo all’uomo in mezzo: iperbole della modernizzazione della criminalità

polpostDue  inchieste  attuali  utilizzate  per l’ iperbole di un surreale  confronto  tra mezzi di  guadagno illecito  ci danno , con una buona approssimazione, la misura di come il crimine   potrebbe evolvere  verso nuove forme e come attraverso  Internet  diventare potente ,internazionale, difficilmente penetrabile. Basta un click che sia moltiplicato nella maniera più opportuna da decine di computer sparsi per il mondo. Il crimine cibernetico sa colpire, stendere  reti complesse di complicità,  mettere  insieme professionalità  , ottenere guadagni rapidi e ingenti con sistemi  che appaiono propri di un pianeta diverso da quello pur contemporaneo dell’altra inchiesta che qui ci interessa citare ovvero “mafia capitale”, quella delle mazzette e degli appalti taroccati alle cooperative sociali. L’altra, ovviamente, è quella di oggi, quella del cyber crime, quella della Polizia delle Comunicazioni di Perugia, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Petrazzini, con 62 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Alberto Avenoso e eseguite in Spagna, Polonia, Regno Unito, Belgio, Georgia,  Turchia , Camerun e Nigeria.  La prima ,quella  delle tangenti ai politici, è stata chiamata anche  indagine sulla “terra di mezzo”. La seconda, quello di oggi, si chiama “uomo in mezzo”. E’ un caso. Un caso buono per la nostra iperbole, l’iperbole intorno alle possibilità di evoluzione  della forma  delle attività criminali. Leggi tutto…

24 Maggio, domenica, 2015 Categoria: Cronache

Come la controffensiva cambia i connotati al mercato dell’ ex capitale della droga.

cocaina_droga_web_0Il mercato della droga a Perugia sta cambiando e il primo elemento che ci fa percepire questo lento cambiamento è la forte riduzione delle morti per overdose. Il 2006 e il 2007- ce lo ricordano idati della Polizia di Stato- furono anni tremendi: una media di tre morti al mese con indici- rispetto alla popolazione- che proiettavano la città in cima alle classifica delle capitali degli stupefacenti. E per essere più chiari :il 2007 è l’anno dell’omicidio di Meredith Kercher che la stampa nazionale, osannata e riverita dalle fonti locali, ha voluto rappresentare come figlio di un certo distorto contesto cittadino. Ora il numero dei decessi da overdose è sceso a uno al mese. Percentualmente è un calo che testimonia in qualche e modo una vittoria: meno 46 per cento è un risultato che merita apprezzamento e rispetto. Bene, anche se non è esaustivo  affermare che questo avviene solo perché lo spaccio è arginato, i pusher clandestini sono sotto assedio, in gran numero vengono  rimpatriati. Leggi tutto…